Resta al palo il cantiere del Cinema Lux e sulla Chiesa terremotata tutto tace

L’Istituto Diocesano Sostentamento Clero spiega di essere “in contatto continuo con il curatore fallimentare e con altre imprese interessate al subentro, al fine di far ripartire il più celermente possibile il cantiere” ma sui tempi l’ente non si sbottona e intanto a Rovereto cresce il malumore.

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Ci avete rubato la piazza la rivogliamo come prima. Grazie”. La scritta apparsa sul cantiere fermo da oltre un anno del nuovo Cinema Lux a Rovereto ben esprime l’umore che serpeggia in paese. Un mal di pancia generalizzato, soprattutto tra gli esercenti,  acuitosi dopo la Sagra di San Luigi, per anni organizzata in centro storico e ora “migrata” per cause di forza maggiore nell’area del Parco Multiverso. Quella “dell’ecomostro”, come lo chiamano i roveretani, è una storia a dir poco tormentata. Non solo in frazione si sussurra, e nemmeno troppo velatamente, di un errore progettuale dello stabile che lo fa essere eccessivamente vicino alla chiesa ancora off limits dopo il terremoto, ma appare ormai chiaro che la partita è lungi dall’essere vicina al termine e che prima di rivedere la piazza accessibile passerà ancora molto tempo. Ma andiamo con ordine. 

Dopo aver atteso un anno per lo spostamento di una linea Enel di media tensione che impediva lo scavo delle fondazioni, i lavori per realizzare il nuovo cinema da 218 posti, la sala polivalente, il bar, i negozi e gli appartamenti (che si sarebbero dovuti concludere in circa due anni) sono iniziati nel novembre del 2020. I protagonisti della vicenda sono la Diocesi che detiene la proprietà di chiesa e campanile, l’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero quella del Cinema Lux e di una parte di piazza e infine il Comune per la restante porzione, attigua alla provinciale. 

Il progetto di rifacimento del Cinema, dopo le ferite inferte dal sisma, affidato all’ingegner Marco Soglia e all’architetto Federica Gozzi, era stato presentato alla cittadinanza nel corso di una serata pubblica nel 2019 e reso possibile grazie a uno stanziamento della Regione Emilia Romagna (3 milioni) e al contributo della Fondazione CR di Carpi (400 mila euro). Qualcosa però è andato storto: nel luglio 2022 la ditta a cui era stata affidata la realizzazione del direzionale, la Cooperativa Edile Artigiana di Parma, è fallita e tutto si è irrimediabilmente fermato. 

Il rendering della Piazza riqualificata

L’Istituto Diocesano Sostentamento Clero dal canto suo sottolinea come “la motivazione dell’attuale sospensione dei lavori non derivi da un errore progettuale, bensì dall’improvviso fallimento dell’impresa esecutrice, situazione che ha bloccato tanti altri cantieri sia a Rovereto che nel territorio regionale”. Ma fino a quando durerà questa impasse? Sui tempi l’ente non si sbottona: “desideriamo rassicurare la comunità di Rovereto s/S che il presidente dell’IDSC don Flavio Segalina e la direzione lavori nella persona dell’ingegner Soglia, sono in contatto continuo con il curatore fallimentare e con altre imprese interessate al subentro, al fine di far ripartire il più celermente possibile il cantiere”. Un’incertezza affatto rassicurante soprattutto perchè, ricorda il sindaco di Novi di Modena, Enrico Diacci, “occorre rispettare gli obblighi e le scadenze legate ai finanziamenti della ricostruzione e i tempi iniziano ad essere stretti”. Per non rischiare di perdere il contributo regionale è essenziale “trovare un’impresa  dalle spalle robuste che prenda in mano il cantiere e che lo chiuda nel giro di un anno”, aggiunge il primo cittadino. Sugli errori compiuti nella costruzione dell’ecomostro, il sindaco è ottimista: “si tratta di errori recuperabili che potranno essere corretti senza procedere con alcuna demolizione; variazioni necessarie affinché vengano assicurate le distanze dagli altri edifici e stabilite dalle normative”.

Il sindaco Diacci è invece laconico sul fallimento della Cooperativa Edile Artigiana di Parma: “sulla carta l’azienda era solida, nessuno poteva immaginarne il triste epilogo. Peraltro ricordo che a essere rimasto al palo dopo il suo fallimento non è soltanto il Cinema Lux ma anche altri quattro cantieri di ricostruzione post sisma di privati”. 

Tutto fermo anche per quanto riguarda la vecchia Chiesa di Rovereto. La volontà della Diocesi è infatti quella di ricostruire l’edificio nonostante la comunità ne abbia chiesto più volte l’abbattimento. Sui tempi però tutto tace: “ci sono delle difficoltà che rallentano l’iter” spiegano dalla Diocesi, ma la chiesa “verrà rifatta”. Nel frattempo “vengono compiuti controlli periodici tesi a verificare che la messa in sicurezza della struttura regga”.

Jessica Bianchi