“Restituiteci le bombole d’ossigeno vuote”

Sono sempre più i contagiati dal Coronavirus curati a domicilio e spesso necessitano di ossigeno; di conseguenza, aumentano le richieste presso le farmacie che lanciano un appello affinché vengano restituite le bombole vuote.

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Sono sempre più i contagiati dal Coronavirus curati a domicilio e spesso necessitano di ossigeno; di conseguenza, aumentano le richieste presso le farmacie che lanciano un appello affinché vengano restituite le bombole vuote: “non ha senso tenersi in casa una bombola inutilizzata nel timore di rimanerne sprovvisti, se hai una bombola a casa che non usi riportala in farmacia”.

Il Covid ha innescato l’ennesima emergenza nell’emergenza e in alcune zone restano ‘a secco’ anche quei pazienti con patologie respiratorie croniche, che necessitano di ossigeno indipendentemente dal Covid.

“In effetti – spiega Silvana Casale, presidente di Federfarma – l’ossigeno disponibile per i malati inizia a scarseggiare: non tanto l’ossigeno in sé, quanto le bombole, cioè i contenitori dell’ossigeno quindi certamente come farmacie dobbiamo invitare tutti i malati e tutti i pazienti che abbiano a casa una bombola d’ossigeno a restituirlo rapidamente alla farmacia perché possa essere posizionata rapidamente nel circuito e quindi utile per altri pazienti che ne abbiano necessità”.

Le bombole vengono fornite dalle aziende produttrici di ossigeno, medicinale obbligatorio che deve essere sempre presente presso la farmacia, che ne fa richiesta e lo eroga sulla base della ricetta medica.

Oltre al disagio della riconsegna di questi involucri ingombranti e pesanti circa 15 chili secondo alcuni farmacisti giocherebbe un ruolo anche il fatto che non viene richiesta la cauzione. “Da tempo non è prevista alcuna cauzione per la detenzione della bombola perché l’ossigeno è considerato un farmaco di prima necessità. Sta proprio alla sensibilità del paziente restituire la bombola appena l’ossigeno all’interno è terminato” sottolinea la dottoressa Casale.

L’ossigenoterapia a domicilio può durare da un paio di giorni a tre mesi. Nell’emergenza in corso è importante riposizionare le bombole nel circuito per ottimizzarne l’uso. Una volta che rientra in farmacia il contenitore torna all’ossigenatore che, dopo la sanificazione, riempie nuovamente la bombola per un nuovo utilizzo.

Sara Gelli