Proteggiamo il Crea affinché non venga inghiottito dal cemento

Non tutti conoscono questo polmoncino verde ma il Campo ritrovato delle essenze autoctone (Crea) è un gioiello da scoprire. Racchiuso tra le vie della Costituzione, XXV Aprile 1945 e la SS 468 a Cibeno, sorge sulle “ceneri” di un antico vivaio e si estende su un’area di 15mila metri quadri. Gestita dalla Lipu, l’area è circondata da una colata di cemento come si osserva dagli scatti aerei del nostro Fabrizio Bizzarri. Non possiamo permettere che venga fagocitato dall’ennesima smania edificatoria. Nel 2025 la concessione del Crea alla Lipu scadrà ed è quantomai necessario che più persone possibili comprendano l’importanza di questo luogo affinché venga preservato. Per far conoscere maggiormente questa oasi urbana la Lipu la aprirà al pubblico ogni prima domenica del mese dalle 10 alle 12. Il primo appuntamento sarà domenica 7 maggio.

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Non tutti conoscono questo polmoncino verde ma il Campo ritrovato delle essenze autoctone (Crea) è un gioiello da scoprire. Racchiuso tra le vie della Costituzione, XXV Aprile 1945 e la SS 468 a Cibeno, sorge sulle “ceneri” di un antico vivaio e si estende su un’area di 15mila metri quadri. Rimasto abbandonato per anni, la natura ha preso il sopravvento e, nel 2015, la Lipu di Carpi ha incassato dal Comune il permesso di gestirlo. “Al Crea – spiega Daniela Rustichelli, delegata della sezione carpigiana della Lipu – si sono formate due bellissime zone boscate, una a nord e una a sud e il nostro primo obiettivo sin da subito è stato quello di conservare il verde esistente e favorire così la biodiversità, creando una vera e propria oasi urbana”.

Ricco di vegetazione e di fauna, il Crea “offre rifugio a numerosi uccelli e animali e costituisce a tutti gli effetti  una sorta di laboratorio di ripristino dell’ecosistema naturale della pianura padana”, aggiunge Rustichelli. Le due zone boscate sono a tutti gli effetti dei piccoli boschi planiziali, fitti di essenze arboree autoctone e con un ricco sottobosco stratificato costituito da erbe tappezzanti, cespugli spinosi e alberi di medio e alto fusto. Nell’area sono poi presenti numerose cultivar antiche di alberi da frutto, eredità del vecchio vivaio: meli, peri, tra cui un pero monumentale tra i più antichi del nostro territorio, ciliegi, mirabolani e gelsi. 

“Al momento – spiega Daniela Rustichelli – l’unico sentiero percorribile è quello che entra tra i filari del frutteto e che giunge vicino a uno stagno naturale: secco per gran parte anno poiché alimentano solo da una falda sotterranea, in primavera si riempie e lì ora ha nidificato una coppia di germani ma nel tempo vi si sono riprodotte anche delle gallinelle d’acqua. Per proteggere l’avifauna e favorire la riproduzione di alcune specie il Crea è ricco di nidi artificiali per gli uccelli insettivori, oltre a numerose mangiatoie”.

L’area, che non è recintata proprio per permettere alla fauna selvatica di entrare e uscire liberamente, presenta solo una staccionata ricoperta di essenze spinose per scoraggiare “il fenomeno di abbandono di rifiuti e bivacchi. Purtroppo in passato abbiamo trovato siringhe e quindi la sorveglianza è stata rafforzata anche grazie all’intervento di Comune e Aimag i quali hanno installato una fototrappola. Ora l’ingresso di via XXV Aprile è videosorvegliato e le cose vanno molto meglio” dichiara Rustichelli.

Il fitto bosco a nord è ricco di farnie, frassini, carpini, salici, olmi, pioppi cipressini, pioppi neri e pioppi bianchi. “Un pioppo bianco è caduto ma abbiamo chiesto al Comune di non rimuoverlo per poterne osservare le varie fasi di decomposizione e affinché possa adempiere al suo scopo ovvero dare rifugio a lepri, ricci e fagiani. Il filare a sud invece è costituito perlopiù da farnie, roveri e bagolari mentre  sambuchi e arbusti infittiscono il sottobosco. Nell’area perimetrale invece ci sono sanguinelli, prugnoli, azzeruoli, biancospini, cespugli di rosa canina, noccioli. E poi ci sono le zone prative con le loro erbe spontanee: dalle graminacee preziosissime per i loro semi tanto amati dagli uccelli granivori, ai fiori di campo tipici del nostro territorio come camomilla, papaveri, fiordalisi, margherite…”.

Il Crea è il luogo perfetto per dedicarsi al Birdwatching immersi nel silenzio e nella bellezza della natura: “insieme ai bambini delle scuole – sorride Daniela – abbiamo censito ben 40 specie di uccelli. Cinciallegre, cinciarelle, merli, pettirossi, fringuelli, capinere, usignoli, Liù piccolo, codibugnoli… E, ancora, fagiani, ghiandaie, picchio rosso e verde, poiane, sparvieri e rapaci notturni come civette e assioli. Il Crea nel corso del tempo ha stretto importanti relazioni con tante scuole carpigiane e sono numerosi i bambini che ogni anno visitano questo spazio per imparare le preziose lezioni che la natura ci offre. Sono tanti i progetti che abbiamo in cantiere – aggiunge Daniela Rustichelli – ma dobbiamo fare i conti con le nostre poche forze. Nuove leve sarebbero estremamente gradite poiché anche il più piccolo contributo è prezioso”.

In programma vi è la creazione di un muretto a secco con erbe che vivono dove c’è caldo per le lucertole, il posizionamento di “condomini” per api e bombi, l’installazione di un’arnia per gli impollinatori, la realizzazione di aiuole tematiche con piante che rischiano di scomparire, di una compostiera naturale e di una cartellonista più strutturata.

“Al momento al Crea si può accedere in gruppo su prenotazione o, comportandosi bene, – chiarisce Rustichelli – anche singolarmente in modo libero. Per far conoscere maggiormente questa oasi urbana abbiamo deciso di aprirla al pubblico ogni prima domenica del mese dalle 10 alle 12. Il primo appuntamento sarà domenica 7 maggio. Vi aspettiamo numerosi per farvi toccare con mano la bellezza di questo luogo e le sue tante opportunità. Qui infatti ci si può dedicare all’osservazione dell’avifauna, alla fotografia, al disegno naturalistico, alla raccolta di erbe spontanee per realizzare un erbario… Un’occasione per rilassarsi all’aria aperta, imparare a prendersi cura degli uccelli che popolano i nostri orti e giardini e per confrontarci insieme sullo sviluppo di nuovi progetti all’insegna della tutela dell’ambiente”.

Nel 2025 la concessione dell’area alla Lipu scadrà ed è quantomai necessario che più persone possibili comprendano l’importanza di questo luogo affinché venga preservato e tutelato. Questo polmone verde infatti è ormai letteralmente circondato da una colata di cemento come si osserva dagli scatti aerei del nostro Fabrizio Bizzarri. Non possiamo permettere che venga fagocitato dall’ennesima smania edificatoria.

Jessica Bianchi

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