“Restauro oggetti del passato, una passione che ho ereditato da nonno Norvino”

Andrea Guandalini, 46 anni di Carpi, di professione impiegato, da circa un anno si è ritagliato uno spazio per recuperare e restaurare oggetti di arredo del passato e racconta: “mio nonno era un falegname. Da lui e da mio padre ho ereditato la passione per il lavoro artigianale oltre che alcuni strumenti e trucchi del mestiere”.

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Andrea Guandalini, 46 anni, impiegato di Carpi, coltiva da anni la passione per  l’antiquariato che l’ha portato a visitare mercatini e ad acquistare alcuni mobili e suppellettili antichi, ma è stato durante la prima chiusura causata dalla pandemia lo scorso anno che in lui si è accesa la scintilla, come ha raccontato: “nell’ultimo anno, complice anche il lockdown e la necessità di rimanere più tempo tre le mura di casa, ho riscoperto la passione per gli oggetti di design in legno e una forte predisposizione e attrazione per il lavoro artigianale”.

Quali sono gli oggetti che preferisci restaurare?

“Mi piace spaziare su tutti gli oggetti: dalle scrivanie degli anni Quaranta-Cinquanta alle macchine da cucire dei marchi storici, divanetti in legno anni Venti-Trenta, passando per i vecchi banchi e scrittoi scolastici, fino gli antichi sgabelli da pianoforte o poltrone da ufficio. 

Vado molto orgoglioso del restauro completo di una poltrona girevole e basculante degli anni Quaranta che era in pessime condizioni e che ha richiesto tutto il mio impegno e le mie capacità. 

Ma il primo posto deve contenderselo con il restauro di uno sgabello girevole da pianoforte art déco in stile Thonet acquistato a Bologna ma che probabilmente arriva da Oltralpe.  Il mio è un tipo di restauro conservativo, finalizzato al ripristino della funzionalità ed estetica originarie dell’oggetto, ma mi piace anche sperimentare e ricreare da zero quelle parti e strutture in legno che sono andate perdute”.

Ti sei formato da solo oppure hai seguito un corso?

“Sono autodidatta ma la mia naturale propensione per il recupero di oggetti in legno è in qualche modo di famiglia. Mio nonno Norvino era un falegname di Carpi e, pur non avendo avuto la possibilità di conoscerlo, ho ereditato il suo bancone da falegname e alcuni dei suoi attrezzi.

Qualche trucco inevitabilmente l’ho imparato da mio padre Sergio e dalle tante ore trascorse in un garage traboccante di attrezzi da lavoro”.

Cosa rappresenta per te restaurare mobili vissuti e segnati dal tempo?

“Ciò che faccio è in fondo una forma di amore e rispetto verso il passato. È come compiere un viaggio nel tempo. Solo quando mi trovo davanti a un oggetto in legno e inizio a predere confidenza con la sua superficie e struttura, mi rendo conto del suo valore sia artistico che funzionale. Più mi addentro nel restauro e più mi rendo conto di quanto è importante non fermarsi. Il premio è riportare in vita un oggetto morente  restituendogli il suo antico splendore”.

Sogni e progetti per il futuro?

“Il sogno è quello di non perdere mai questa ‘magia’ che sento nella mente e nelle mani. Oggi sono felice perchè sempre più persone mi gratificano anche con un semplice messaggio dopo aver visto qualche mia foto. È capitato che qualcuno, trovando il mio contatto sui social, mi abbia contattato per commissionarmi qualche lavoro. Gli apprezzamenti entusiastici di queste persone mi ripagano di tutti gli sforzi e mi ricordano quanto ho finora costruito. La speranza è che questa passione riesca ad incalanarsi sul binario giusto e portarmi verso nuove sfide e, magari, progetti che vadano ben oltre la passione esercitata nel tempo libero. Spero un giorno di avere un mio spazio personale, il mio Guanda WoodLab”.

Su Facebook:Guanda WoodLab Repairing & Restoring”.

Chiara Sorrentino