Grande festa per Comal che è tornata a casa

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Comal Industria Alimentare è tornata a casa. L’inaugurazione della nuova sede a Novi di Modena in via Torino si è tenuta martedì 29 maggio a sei anni esatti dalla scossa che rese inagibile l’azienda costretta a delocalizzare la produzione in provincia di Rovigo.

“Siamo passati dalla disperazione di sei anni fa alla gioia di oggi” è il commento di Sandro Gialdi, titolare di Comal insieme a Claudio Barbolini. “Col terremoto abbiamo perso delle certezze perché fino ad allora eravamo convinti che la nostra zona fosse antisismica, ma insieme ai nostri figli, ai dipendenti, agli istituti di credito abbiamo trovato la forza di ricominciare e la speranza di un futuro”.

Il nuovo stabilimento, realizzato da Garc, impresa generale di costruzioni, sorge su un’area di circa 25mila metri quadri ed è stato concepito con caratteristiche che gli consentano di diventare un punto di riferimento per tutto il settore: grazie al nuovo ciclo produttivo sarà possibile rispettare le normative igienico sanitarie ed ottenere così i permessi di esportazione nei più svariati paesi, non più solo a livello comunitario, a anche mondiale, consentendo all’azienda di approcciare, tra gli altri, i mercati di Giappone, Russia e Stati Uniti.

All’avanguardia per innovazione tecnologica e automatizzazione dei processi, l’intero polo produttivo è servito da un impianto di cogenerazione (un nuovo sistema ibrido alimentato da una miscela di metano e idrogeno) che garantirà il fabbisogno energetico mentre è stato ridotto l’impatto ambientale, a testimonianza dell’attenzione di Comal alla salvaguardia dell’ambiente.

Attualmente Comal, nata a Carpi nel 1982 come ditta specializzata nell’importazione di prosciutti cotti e dal 1990 azienda produttrice, dà lavoro a una settantina di addetti e ha un giro d’affari di circa 45 milioni di euro con un incremento di fatturato del 10% nell’ultimo anno.

“Il mondo cambia con un’accelerazione impensabile – spiega Barbolini – ma siamo riusciti a riposizionare il nostro sistema produttivo in base al mercato”

Per il sindaco di Novi Enrico Diacci, “il ritorno di aziende che avevano delocalizzato la produzione è motivo di festa per il territorio ma il 29 maggio resterà per sempre anche il giorno della scomparsa del nostro parroco Ivan Martini. L’industria riparte e l’obiettivo è quello di riportare anche le famiglie nelle loro case”.

“Fra qualche anno – ha concluso il Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini – quando sarà completata, si guarderà alla ricostruzione come a un esempio per il Paese: oggi il 90% di famiglie è rientrato in casa, 500 scuole sono state ricostruite più belle, moderne e sicure, il prodotto interno lordo che sei anni fa era il 2% dell’intero pil nazionale oggi è al 2,5. Resta ancora tanto da fare a partire dai centri storici dove monumenti e chiese sono sottoposti ai vincoli della Soprintendenza ma devo dire abbiamo centrato le tre priorità che ci eravamo dati: casa, lavoro e scuole. Abbiamo fatto tutti un lavoro che credo non abbia uguali nella storia delle tragedie di questo paese a parte forse la ricostruzione del Friuli quarant’anni fa”.

 

 

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