Biodinamico, biologico o sostenibile?

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Molto interesse per la conferenza tenuta dal dottor Stefano Pescarmona presso il negozio Natura Sì di Carpi e organizzata dall’associazione Il Calice. Analizzando le tecniche di agricoltura dalla nascita, quando permise all’uomo di non essere più nomade, quando coltivare voleva dire bruciare una parte di bosco e piantare qualche seme nella cenere, siamo arrivati agli Anni ’50, quando l’estrema logica ha portato l’uomo a pensare alla terra come a una “cosa” e non più come a un essere vivente. La visione meccanicistica ha  fatto trasformare l’agronomo in scienziato puro, ha fatto nascere le analisi del terreno, le tabelle di calcolo per la fertilizzazione e tantissime, più di 300, sostanze chimiche, dal DDT ai fertilizzanti a base di sali”. Sentiamo oggi parlare di agricoltura convenzionale come “quella normale” e di “bio”, ma, con una interessante analisi storico-culturale scopriamo che la terra da sempre è stata considerata un essere vivente e che solo dal secondo dopoguerra sono state applicate delle tecniche agricole che portano il terreno ad essere, senza aiuti di sintesi, senza fertilizzanti e irrigazione, improduttivo.
Tutti affascinati da questa nuova (o rinnovata) visione sistemica dell’agricoltura, seduti in una realtà commerciale che nella fiducia nel “bio” e nei controlli della filiera ha costruito la sua mission, abbiamo passato una splendida serata di condivisione dei saperi.
Tante domande e scambio di esperienze, segno di coinvolgimento delle persone. Tra i dubbi più comuni la sicurezza delle normative, dei controlli e la voglia di sapere quanto una scelta di consumo alimentare incida sulla salute del pianeta.
Nel corso della serata si è parlato di Italia, Europa e mondo intero, di quanto sia importante la cultura nel consumatore e quanto sia centrale la responsabilità dell’agricoltore nel grado di coinvolgimento verso metodi agricoli che evitino l’impoverimento del suolo.
Entusiasta di questo, che sembra essere il primo di una serie di incontri presso il Natura Sì di Carpi il titolare del negozio, responsabile anche dei punti vendita di Reggio Emilia e Fiorano, Ettore Rovesti ha commentato: “mi riempie di gioia vedere in negozio clienti e collaboratori fuori dall’orario di apertura, interessati e molto coinvolti nel condividere un momento di consapevolezza, così importante nella nostra filosofia aziendale e soprattutto nella mia vita personale e professionale. Sento che, a proposito di agricoltura, abbiamo piantato un semino in ognuno di loro che sono certo, crescerà”.
Importante momento anche per l’associazione Il Calice, attiva su Carpi per proporre incontri, conferenze e corsi, con la presenza della presidente Erika Pellegrini: “per noi è il secondo incontro organizzato sul Bio a Carpi, con una richiesta sempre crescente da parte dei nostri soci e simpatizzanti, non solo sulla parte di acquisto, ma anche di trasformazione del cibo, in maniera consapevole. E’ molto importante per noi non solo organizzare questi momenti di condivisione, ma fare in modo che facciano parte di un percorso che possa essere seguito, a gradi, per portare consapevolezza in ogni momento della vita, per portare poi a un cambiamento”.
Consapevolezza è la parola chiave di questa serata, che ha portato a tutti, inconsapevolmente, a fare un test a casa propria: tornati con un bio-omaggio offerto dal negozio, sarà stato un piacere provare la differenza tra la frutta biologica e biodinamica trovata nel sacchetto con quella trovata nel cestino a casa!

 

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