Sulla strada della conciliazione?

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Di fronte alla paventata chiusura del Servizio di Diagnosi e Cura di Carpi (Spdc) per far posto a una Residenza Psichiatrica a trattamento intensivo (Rti), i volontari dell’associazione carpigiana che tutela i diritti dei malati psichiatrici e delle loro famiglie Aldilà del Muro hanno levato gli scudi, promettendo battaglia e chiedendo maggiore chiarezza alla dirigenza dell’Asl. La loro voce non è caduta nel vuoto e, lo scorso 7 novembre, una delegazione formata dal  presidente Giorgio Cova e dai volontari Mario Sagittario ed Elisetta Bellelli ha incontrato, unitamente al sindaco di Carpi Alberto Bellelli e all’assessore alle Politiche Sociali Daniela Depietri, il direttore generale dell’Azienda Usl di Modena, Massimo Annichiarico e il dottor Fabrizio Starace, direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Asl. “Credo – esordisce la Elisetta Bellelli – che vi siano i margini per trovare una soluzione praticabile e condivisa. Noi famigliari abbiamo spiegato le nostre ragioni ed elencato una serie di condizioni imprescindibili, ovvero la non negoziazione sul mantenimento del servizio in città e dell’organico che in esso opera quotidianamente”. Di fronte alla volontà aziendale di concentrare tutti gli Spdc a Baggiovara “noi siamo stati irremovibili – prosegue Bellelli – non solo diciamo no alla ghettizzazione di questi malati ma vogliamo che sul nostro territorio sia garantita tutta la filiera della cura e dell’assistenza, dalla gestione della crisi acuta (9 i posti letto di Spdc) alle visite a casa”, passando per un’eventuale permanenza in una residenza psichiatrica, vero e proprio anello mancante tra ospedale e domicilio. L’ipotesi sarebbe quella di far convivere, per un periodo sperimentale di almeno 18 mesi nel medesimo stabile, una volta rimesso a norma, Diagnosi e Cura e Residenza: in discussione il numero dei posti letto da dedicare all’uno e all’altra ma, prosegue Bellelli, “siamo convinti di poter trovare una quadra”. Naturalmente i nodi da sciogliere sono ancora numerosi. A partire dagli spazi. E’ davvero possibile allungare il pian terreno dello stabile (lato est)? “Noi continueremo a vigilare; al momento, alla presenza di sindaco e assessore, il dottor Annicchiarico ci ha assicurato che il servizio sarà preservato. Questa per noi è già una vittoria. Prima di festeggiare però restiamo in attesa di una formalizzazione tangibile. Vogliamo vedere il progetto nero su bianco e la certezza che, durante i lavori di ristrutturazione del reparto, il Diagnosi e Cura non dovrà chiudere né essere temporaneamente trasferito a Baggiovara”. Di tempi non si è ancora parlato ma, al momento, l’associazione Aldilà del Muro è stata invitata a mettere per iscritto una sorta di intesa, la quale dovrà essere sottoscritta anche dal dottor Starace, per ribadire il proprio concetto di psichiatria del territorio, affinché Carpi si possa finalmente dotare di una struttura intermedia fondamentale come la residenza psichiatrica senza però sacrificare alcunché. “In attesa che gli Ufficio tecnici di Comune e Asl  – conclude Elisetta Bellelli –  ci comunichino cosa si può e cosa non si può fare, noi restiamo vigili e attenti. Qualora qualcosa dovesse andare storto, noi annunciamo battaglia sin da ora”. Al momento, però, l’ascia di guerra è stata sotterrata, per far spazio a dialogo e conciliazione.
Le incognite non mancano, (fattibilità edilizia, finanziamento e tempogramma certo di inizio e fine lavori, la nascita di un quinto primariato sulle funzioni ospedaliere dei due Spdc di Carpi e Baggiovara…) attendiamo gli sviluppi.
Jessica Bianchi

 

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