Fioccano le interrogazioni comunali sullo Stadio Cabassi. Una “storiaccia” nata male e finita peggio. Ma ripercorriamo la gestazione del progetto da 1 milione e mezzo di euro che tanto ha fatto storcere il naso in questo momento di gravissima crisi economica. In soldoni: la squadra del Carpi va in C1, il prefetto dichiara inagibili le tribune per il pubblico e la Giunta Campedelli decreta un bando di gara con procedura negoziata, quindi aperto soltanto ad aziende selezionate dalla stessa Amministrazione. I lavori però, nonostante la paventata urgenza, non decollano poiché prima, per racimolare qualche euro, occorre vendere un magazzino comunale, delibera che arriva solo alcuni mesi più tardi. “Alla gara d’appalto – spiega il consigliere Lorenzo Paluan, Carpi a 5 stelle e Prc – vengono invitate 10 aziende, 1 viene scartata dalla commissione giudicante, che assegna i lavori a quella che ha presentato un ribasso dei costi del 33%. Un ribasso che, in un bando normale sarebbe stato segnalato come anomalo, ma il comune procede comunque poiché tale anomalia può essere contestata solo nelle gare fra almeno 10 aziende”. I lavori di ristrutturazione – affidati al Consorzio Stabile Modenese che, a sua volta, ha indicato le ditte effettivamente operanti in Costruzioni Generali Due SpA (Modena) e Lami costruzioni Srl (Palagano) – partono nonostante la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici non si dichiari per nulla soddisfatta del progetto. Quest’ultima infatti, delibera l’autorizzazione a procedere con molte riserve, criticando la “valutazione della sicurezza sismica a cui lo stadio deve essere sottoposto indipendentemente dagli interventi” e contestando una “descrizione sommaria delle opere di restauro e finitura”, prescrivendo campionamenti ed esami preventivi, e successive definizioni nel dettaglio. La mole dei lavori da svolgere all’interno della vetusta struttura è enorme ma, come da previsioni, la Commissione provinciale di Vigilanza dei Locali di Pubblico Spettacolo e il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco stoppano tutto, chiedendo un’integrazione dell’intervento per consolidamenti antisismici e accesso ai portatori di handicap, lavori che le aziende realizzatrici preventivano (il progetto integrativo, così come quello iniziale è a firma dell’ingegner Leonardo Gualandi dello Studio Unigruppo srl di Carpi) per un totale pari al 35% del capitolato del bando di gara, oltre 300mila euro, ovvero, sottolinea Paluan, “rimangiandosi tutto il ribasso sull’opera complessiva”. “Questi adeguamenti – chiede in un’interrogazione il consigliere – non sono forse dovuti a carenze in sede progettuale?”. A quella del consigliere di Carpi a 5 stelle e Prc seguono altre due interrogazioni firmate rispettivamente da Giliola Pivetti e Giorgio Verrini di Alleanza per Carpi e da Cristian Rostovi del Pdl. Apc chiede se gli ulteriori lavori che si renderanno necessari “comportino l’esigenza di una nuova gara d’appalto e se esistano clausole cautelative per le quali, a seguito della mancata previsione in sede progettuale delle opere segnalate dalla Commissione di Vigilanza, l’Amministrazione sia autorizzata a chiedere al professionista di porvi rimedio senza ulteriori aggravi nei compensi”. Pivetti e Verrini chiedono poi “quali provvedimenti intenda adottare il Comune nei confronti del dirigente interno incaricato di seguire la procedura, nel caso in cui si accerti che gli ulteriori lavori inclusi nella perizia avrebbero dovuto essere previsti nella progettazione originaria e se con la procedura d’urgenza adottata per l’intervento sullo Stadio fosse davvero impossibile invitare un numero di imprese che poi consentisse l’adozione della soglia di anomalìa, a fronte dell’insolito sconto accordato dal vincitore della gara”. Ad oggi però l’Amministrazione tace e nessuna risposta alle interrogazioni è stata calendarizzata in sede di Civico Consesso. Tutto si è svolto regolarmente o c’è qualche gatta da pelare che si vuol tener celata? Quel che è certo è che il bubbone ormai è esploso. E, come si dice, dal momento che domandare è lecito, rispondere sarebbe certamente cortesia.
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