Il treno ci sarà!

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Il treno ci sarà. Dopo lunghe e convulse trattative con Trenitalia, che aveva espresso il suo diniego nel supportare l’ottava edizione de Un treno per Auschwitz, non mettendo a disposizione una locomotiva a vagoni per trasportare i ragazzi da Carpi in Polonia, la Fondazione ex Campo di Fossoli l’ha spuntata in corner. “L’accordo – ha spiegato Lorenzo Bertucelli, presidente della Fondazione – prevede una staffetta a Tarvisio tra Trenitalia e le Ferrovie di Stato tedesche. Non verrà meno dunque uno dei momenti più suggestivi del progetto, ovvero la possibilità di realizzare iniziative comuni nelle carrozze, siano esse conferenze, serate musicali o semplicemente momenti di confronto tra ragazzi, studiosi, insegnanti e artisti”. La Fondazione ex Campo di Fossoli dovrà far fronte a una maggiorazione della spesa per il viaggio, ma si dice soddisfatta dell’esito della trattativa, che non ricadrà sulle tasche dei partecipanti, e ringrazia dell’impegno che si è assunta, per arrivare a una soluzione della vicenda, anche la parlamentare carpigiana Manuela Ghizzoni. “Per evitare altre sgradevoli sorprese, in futuro – ha sottolineato la parlamentare del Pd – è necessario concordare con tutti i soggetti in campo un accordo di programma, una sorta di contratto. Questo viaggio, sulle orme della deportazione, è uno strumento prezioso per far conoscere ai nostri ragazzi cosa è accaduto nel ventre più oscuro del Novecento; un’esperienza indispensabile per rigettare con forza i rigurgiti xenofobi cui assistiamo anche all’interno della Comunità europea: su tutti la proposta dal partito di estrema destra Jobbik di istituire in Ungheria campi chiusi, chiamati colonie per ordine pubblico, per Rom e Sinti. Scenari questi, che dovrebbero allertare le coscienze di ciascuno e rendere chiaro che ricordare non è certo un capriccio”. A partire, il prossimo 25 gennaio, saranno circa 700 persone: tra loro studenti e insegnanti delle scuole medie superiori modenesi, ma non mancheranno scrittori come Carlo Lucarelli e Paolo Nori e musicisti del calibro di Carlo Boccadoro, studiosi, giornalisti e amministratori disposti a ripercorrere, con lentezza, lo stesso viaggio che, oltre 60 anni fa, migliaia di prigionieri del vicino campo di concentramento di Fossoli, tra cui Primo Levi, fecero verso i lager di tutta Europa e, in particolare, verso l’inferno di Auschwitz. Un viaggio teso a recuperare “valori di civiltà e democrazia” ha sottolineato il sindaco Enrico Campedelli, fondamentale poiché la “memoria è la nostra identità”, ha ribadito l’assessore provinciale Marcella Valentini.
Per informazioni e approfondimenti: www.fondazionefossoli.org, sito che la Fondazione ex Campo ha appena aggiornato e reso ancor più interattivo.

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