La mia carriera inizia a Barcellona

Il 25enne Vittorio Albertazzi, brillante ingegnere carpigiano che si è trasferito a Barcellona, non si definisce un cervello in fuga ma ammette: “nel resto d’Europa ci sono maggiori opportunità per i neo laureati”.

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L’esperienza di lavoro all’estero subito dopo la laurea è diventata sempre più una necessità per i giovani laureati che ambiscono ad arricchire il proprio curriculum e ad avere maggiori opportunità lavorative dentro o fuori l’Italia.

Tra i giovani che hanno trovato un’occupazione fuori dai confini nazionali c’è anche Vittorio Albertazzi, 25 anni, laureato in Ingegneria al Politecnico di Milano, che ha conseguito la laurea magistrale all’Università di Copenaghen.

“Terminato il ciclo di studi nella capitale danese – racconta Vittorio – dopo una breve esperienza lavorativa, mi sono nuovamente spostato, trasferendomi a Barcellona, dove lavoro nella filiale spagnola di HP (Hewlett- Packard), la multinazionale statunitense dell’informatica, leader mondiale nella produzione di stampanti. Io lavoro nell’ambito della stampa 3D”.

Cosa ti ha portato a trasferirti in Spagna?

“La Danimarca è un Paese che dà grandi opportunità ai giovani. Innanzitutto, ai cittadini europei offre un corso di studi gratuito, per cui non ho dovuto pagare la retta universitaria per la magistrale. Poi, come studente lavoratore part-time, ho potuto usufruire dell’integrazione che lo Stato fornisce per raggiungere il valore di uno stipendio full-time. In questo modo sono riuscito a mantenermi da solo per due anni. Inoltre, ho stretto relazioni con persone provenienti da tutto il mondo e in particolare dalla Spagna, ed è stato proprio grazie a un amico catalano che ho trovato questo lavoro a Barcellona. Una città che rappresenta un cambio netto rispetto a Copenaghen. Sarebbe banale citare soltanto il sole, il mare e il cibo, sicuramente migliore di quello danese, perché in realtà sono rimasto sorpreso soprattutto dalla qualità della vita e dai servizi di una città fondamentalmente organizzata e sicura.  Avevo imparato un po’ di spagnolo in Danimarca grazie ai tanti amici spagnoli, quindi l’impatto non è stato traumatico, e ho sicuramente più amici spagnoli di quanti non ne avessi danesi a Copenaghen”.

Com’è la tua vita lì?

“Collaboro alla consulenza tecnica in ambito commerciale nel settore della stampa 3D. E’ un’ottima posizione per entrare nel mondo del lavoro nel mio ambito, ho un contratto graduate di due anni e spero di poter continuare con una posizione a lungo termine. Per quanto riguarda il tempo libero ho l’opportunità di andare in moto per 10/11 mesi all’anno senza patire freddo, di avere mare e montagna vicinissimi e di vivere immerso nell’arte, nella cultura e nella movida”.

Cosa hai trovato lì che in Italia non sei riuscito a trovare?

“Non mi identifico con coloro che hanno lasciato l’Italia perché pensano che non ci sia futuro. Penso anzi che l’Italia, a partire dal sistema scolastico, abbia ancora tanto da offrire ma lo studente italiano all’estero ha certamente una marcia in più. Io semplicemente sono molto curioso e mi piace sperimentare, mettermi alla prova, per cui sono partito per vivere queste esperienze senza pianificare troppo. 

Ho scelto di restare fuori dall’Italia perché è innegabile che, all’inizio della carriera lavorativa, è più facile essere accolti nel mondo del lavoro e crescere velocemente. In questo, per esempio, anche un paese come la Spagna è più avanti rispetto all’Italia. Le nuove generazioni sono sicuramente più propense a muoversi, sia all’interno che fuori dal paese, e questo è estremamente positivo. Credo che tutti dovrebbero passare anche solo un po’ di tempo all’estero, per studio o per lavoro, perché arricchisce e permette di interpretare e comprendere meglio le complesse dinamiche del mondo di oggi”.

Progetti e aspirazioni per il futuro?

“Mi sto trovando molto bene qui e spero di rimanervi il più a lungo possibile, sono a un’ora di aereo da Bologna per cui la distanza è il minore dei problemi. Mi piacerebbe maturare esperienza in ambito ingegneristico per qualche anno e poi concentrarmi su una carriera manageriale, ma ho anche altri sogni nel cassetto…”.

Chiara Sorrentino

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