Il Comitato ProCanapa, l’università guardi alla filiera tessile con ricerche sulle fibre naturali e sintetiche

Sull’ipotesi avanzata dal presidente della Fondazione CR di Carpi di creare “un curricula, ovvero la costola, naturalmente differenziata, di un corso di laurea già esistente in Unimore”, interviene il Comitato Pro Canapa: “se dai tavoli di discussione dovrà emergere qualche proposta di sviluppo dell’ateneo modenese con la probabile espansione dell’offerta formativa su Carpi, allora bisogna andare alla ricerca di un nuovo corso di studi che produca forti ricadute sul territorio, che raccolga le richieste del tessuto produttivo e imprenditoriale di bacino”.

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Il Comitato Pro Canapa di Carpi propone la formazione di nuove figure al servizio del comparto tessile dopo aver saputo dell’ipotesi avanzata dal presidente della Fondazione CR di Carpi di creare  “un curricula, ovvero la costola, naturalmente differenziata, di un corso di laurea già esistente in Unimore”. In una lettera aperta inviata al presidente Ascari, ai docenti universitari che siedono nel CdA e nel Consiglio di Indirizzo della Fondazione e al sindaco, il Comitato ProCanapa chiede sostanzialmente di avviare ricerche nel campo delle fibre, come la canapa appunto, utili a un rilancio del tessile.

Ecco il testo della lettera:

“Come Comitato ProCanapa ci permettiamo di suggerire ai rappresentanti delle Istituzioni che siedono ai tavoli di discussione, di esplorare le esigenze e i fabbisogni di formazione accademica connessi con l’indotto socio-economico del nostro territorio.

Se la sede distaccata di Unimore, gemmata a Carpi con un corso di laurea della Scuola di Ingegneria, è una opportunità da sfruttare al meglio di tutte le potenzialità che il territorio deve, e dovrà, valorizzare con la piena occupazione delle nuove figure professionali, allora è opportuno, a nostro parere, che l’università tenga in debito conto ciò che il distretto della moda esprime come necessità irrinunciabili di trasformazione e innovazione.

Se dai tavoli di discussione dovrà emergere qualche proposta di sviluppo dell’ateneo modenese con la probabile espansione dell’offerta formativa su Carpi, allora bisogna andare alla ricerca di un nuovo corso di studi che produca forti ricadute sul territorio, che raccolga le richieste del tessuto produttivo e imprenditoriale di bacino. In altri termini, consideriamo opportuno e necessario che le nuove iniziative accademiche si innestino sulle tematiche produttive dell’economia reale, declinate secondo i nuovi paradigmi di Agenda 2030, del New Green Deal europeo, Industria 4.0 e 5.0, e di tutte le altre proposte dirette, indirette e collaterali, introdotte con l’attivazione del PNRRR. Perciò servono elementi di cultura e ingredienti di formazione specifica, indispensabili alla trasformazione e innovazione di prodotti e di processi, muovendo lungo le direttrici della sostenibilità a tutto campo.  Senza porre limiti per tutto ciò che può concorrere ad un rilancio efficace ed allo sviluppo socioeconomico del distretto carpigiano, si possono individuare interventi mirati lungo tutta la filiera produttiva e di trasformazione, a partire dal settore delle fibre naturali e fibre sintetiche, materiali funzionali e fibre chimiche intelligenti, materiali compositi utilizzabili anche in altri settori come automotive ed aerospazio, riciclo e riuso delle fibre tessili con l’introduzione di tecnologie innovative  e processi di trattamento, biotecnologie al servizio del comparto tessile e quant’altro.

Si individuano così esigenze di formazione che possono trovare fondamento in un corso di studi interdisciplinare, le vere e proprie SCIENZE dei MATERIALI, da attivare con competenze interculturali, che richiederebbe la collaborazione di più dipartimenti di diverse aree già presenti in Unimore: ingegneria, ingegneria dei materiali, chimica, biologia, biotecnologie, ecc. Ragionando su queste basi, si intravede la possibilità di sviluppare conoscenze e competenze di altissimo profilo applicativo, promuovendo le attività di ricerca sui materiali di filiera, dalle fibre naturali e biodegradabili, ai materiali con memoria di forma ed autoriparabili, ai processi di produzione – trattamento – recupero valorizzativo: step necessari per imprimere una svolta verso la sostenibilità del settore, con possibili ricadute efficaci sui meccanismi dei sistemi macroeconomici. Non vogliamo assolutamente entrare in modo più specifico nel merito delle questioni. Non è nostro compito né abbiamo le competenze giuste per farlo. Ci limitiamo a ‘sollevare’ qualche questione, al solo scopo di indicare qualche possibile indirizzo su cui ragionare a proposito dello sviluppo di un territorio. Forti delle convinzioni maturate nel corso degli incontri di qualche anno fa, il Comitato pro-canapa di Carpi sta promuovendo iniziative per realizzare una filiera territoriale completa della canapa. A questo si aggiunga l’impegno profuso più generale, rivolto alla trasformazione ecologica del settore moda, necessarie per attribuire al nostro territorio un ruolo di prim’ordine e di avanguardia, e costituire, ci auguriamo fra le tante altre, un’opportunità di rilancio per l’economia carpigiana”.

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