Bentornate rondini!

Hanno volato per migliaia e migliaia di chilometri. Dalle grandi paludi di Congo, Nigeria e Senegal, questi uccelletti hanno affrontato pericoli di ogni genere e intemperie per giungere nella loro “casa”, sotto ai portici del cuore di Carpi. Un ritorno, quello delle rondini, che pur ripetendosi anno dopo anno, continua a stupire e a incantare per la sua natura quasi “miracolosa”.

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Hanno volato per migliaia e migliaia di chilometri. Dalle grandi paludi di Congo, Nigeria e Senegal, questi uccelletti hanno affrontato pericoli di ogni genere e intemperie per giungere nella loro “casa”, sotto ai portici del cuore di Carpi. Un ritorno, quello delle rondini, che pur ripetendosi anno dopo anno, continua a stupire e a incantare per la sua natura quasi “miracolosa”.  

Da due anni a questa parte le rondini si fanno attendere a causa delle crescenti anomalie climatiche che generano confusione nelle migrazioni di tutti gli uccelli ma, all’inizio di aprile, le prime sono state avvistate in Piazza Garibaldi e il loro inconfondibile garrito ora è tornato a riecheggiare in centro storico. A giungere per primi sono i maschi a cui spetta il compito di colonizzare il nido e iniziare le pulizie di primavera e di restauro in attesa delle compagne. Lo scorso anno i volontari della Lipu hanno censito 79 nidi nel centro carpigiano, tra naturali e artificiali (16), di cui 65 abitati. Sono una cinquantina le coppie che hanno scelto la nostra città per metter su famiglia (erano soltanto 11 nel 2012) e circa 5-600 i rondinotti che si sono involati nel cielo di Carpi. “La rondine è un uccello filopatrico, non solo è fedele per tutta la vita al proprio compagno ma anche alla propria casa. Se le togli il nido lei tenderà a rifarlo esattamente nello stesso punto. E poco importa se si trova su casse acustiche, faretti o scatole elettriche… questi straordinari migratori sono abituati a convivere con l’uomo anche se quest’ultimo non sempre si dimostra tollerante e rispettoso malgrado le rondini siano una specie protetta e purtroppo in forte declino, basti pensare che in tutta la pianura padana si sono dimezzate”, spiega Daniela Rustichelli, delegata della sezione carpigiana della Lipu. 

Da circa sette anni a questa parte nei nidi, prosegue, “abbiamo rilevato la presenza di una sostanza scura, probabilmente bitume, mischiata al fango utilizzato per la ristrutturazione, segno inequivocabile della crescente antropizzazione del territorio. Gli interventi che hanno interessato l’Oltreferrovia di fatto hanno alterato un intero ecosistema: per le rondini del centro storico infatti via Corbolani ha sempre rappresentato il corridoio preferenziale per raggiungere il Cavo Lama dove approvvigionarsi del fango necessario per sistemare i nidi. Come faranno ora che anche quest’area è stata urbanizzata? Lo capiremo solo col tempo”.  I volontari della Lipu, coadiuvati dai piccoli alunni delle Rodari, a maggio faranno un’uscita per contare i nidi e assistere alla prima covata della stagione: “noi siamo pronti – sorride Daniela Rustichelli – ma invitiamo come sempre tutti i cittadini a segnalarci eventuali criticità. La rondine è una specie sentinella, un prezioso indicatore della salubrità dell’ambiente, il loro drastico calo è estremamente preoccupante. Proteggerle dev’essere una priorità”.

 

Insomma l’invito è quello di passeggiare in centro col naso all’insù – soprattutto tra corso Cabassi e Fanti, via Manuzio e la Piazzetta dove i nidi di rondine sono più numerosi – perchè tra qualche giorno anche degli altri graditi ospiti faranno ritorno a Carpi, stiamo parlando dei rondoni, ma questa è un’altra storia.

Jessica Bianchi