Non si arresta la “febbre da proteine”, ma i cibi iperproteici sono davvero salutari?

Mandate ormai in pensione le care barrette energetiche, nei supermercati spopolano gli alimenti ad alto apporto proteico. Dai piatti pronti agli snack di frutta secca, dallo yogurt ai formaggi, dalla pasta al porridge. Una febbre, quella per i prodotti high protein, che non accenna a diminuire. Una “moda” che sta cambiando le abitudini alimentari di un numero crescente di giovani e famiglie. Ma questi prodotti fanno bene alla salute? A rispondere è la dietista nutrizionista carpigiana Laura Lodi.

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dottoressa Laura Lodi

Mandate ormai in pensione le care barrette energetiche, nei supermercati spopolano gli alimenti ad alto apporto proteico. Dai piatti pronti agli snack di frutta secca, dallo yogurt ai formaggi, dalla pasta al porridge. Una febbre, quella per i prodotti high protein, che non accenna a diminuire. Una “moda” che sta cambiando le abitudini alimentari di un numero crescente di giovani e famiglie. Ma questi prodotti sono davvero salutari? A rispondere è la dietista nutrizionista carpigiana Laura Lodi: “Non mi stancherò mai di dirlo, gli alimenti proteici non sono più salutari di altri alimenti meno proteici. E’ scorretto dividere i nutrienti in buoni e cattivi, ci servono tutti, nelle giuste quantità e proporzioni. L’eccesso o la carenza di uno di questi nutrienti, siano proteine, carboidrati o grassi, può causare problemi per la salute di pari entità. Gli alimenti proteici sono sempre esistiti nei nostri supermercati: quelli con la dicitura (o claims) proteici possono essere naturalmente ricchi di proteine o arricchiti. I prodotti naturalmente proteici, come ad esempio latte, yogurt, legumi, uova, pesce o carne devono essere inseriti nella nostra alimentazione, mentre quelli arricchiti non sono necessari siccome riusciamo facilmente a coprire e addirittura superare il nostro fabbisogno proteico senza il loro utilizzo. In più questi prodotti potrebbero essere molto più elaborati, con l’aggiunta di ingredienti e con gusti o consistenze molto diversi rispetto all’originale. Infine consumare spesso prodotti arricchiti può più facilmente portare a un eccesso nutrizionale di quel nutriente (proprio come succede con l’assunzione eccessiva di alcuni integratori), questo perché a volte sostituiamo quasi tutti gli alimenti del pasto con versioni più proteiche, mentre la fonte proteica del pasto dovrebbero essere solo una”.

Dottoressa quali sono i vantaggi e le controindicazioni di una dieta iperproteica?

“Se parliamo di diete elaborate da un professionista della salute abilitato (dietista, biologo nutrizionista o medico dietologo)  una dieta iperproteica ha il vantaggio di garantire la copertura del fabbisogno di proteine, limitare la perdita di massa magra e favorire la crescita muscolare (se associata a un corretto allenamento). Vantaggi che però si perdono quando parliamo delle comuni diete iperproteiche che vengono seguite, ossia regimi molto scarsi in calorie (data la riduzione di fonti di grassi e cereali) e con quantità normali o abbondanti di fonti proteiche e alimenti “proteici”, per lo più di origine animale (carne, uova e formaggi magri). Questa tipologia di dieta è diventata tanto di moda perché ha il vantaggio di essere semplice da proporre e da comprendere, passa l’idea che sia sufficiente evitare per più tempo possibile tutti i grassi e molte fonti di cereali se non alcuni ben selezionati, consumando poi fonti proteiche e verdure fino a sazietà. Le prime volte che si segue si assiste sicuramente a un cambio di peso dal momento che apporta meno calorie, ci si sente piuttosto sazi e dunque la si riesce a continuare per un po’ di tempo. Il problema è che poi si abbandona, perché di fatto è insostenibile nel tempo e il rischio che ne deriva è quello di dare la colpa a se stessi, anzichè alla dieta stessa. Questo penso sia uno degli svantaggi maggiori per chi la segue e al contempo il più grande vantaggio per il non professionista che la propone o la vende. Sicuramente poi è controindicata a chi ha problematiche renali, in presenza di iperuricemia o gotta, per chi ha familiarità di tumore al colon, o chi ha – o rischia di avere – colesterolo alto o patologie cardiovascolari. In ogni caso è il professionista a dover valutare la situazione e proporre il corretto intervento nutrizionale, dato che la dietoterapia è un trattamento tanto quanto un farmaco, e non dovremmo mai fare diete (o assumere farmaci) solo su consiglio di un amico o perché propinate dai social network”.

Una volta terminata tale tipologia di dieta si rischia di riprendere peso?

“Tutte le diete iperproteiche proposte e seguite per dimagrire sono ipocaloriche. Dato che una dieta ipocalorica è quasi sicuramente differente rispetto al reale stile di vita della persona che la applica, questa dieta è spesso seguita da un ri-aumento di peso. Anche questa versione di dieta ipocalorica ricca in proteine non sfugge a questo destino: probabilmente se calcolata e fatta bene può limitare leggermente la perdita di massa magra (muscolatura) rispetto a una dieta semplicemente ipocalorica, ma ad ogni modo non è l’approccio migliore. Le diete ipocaloriche non possono quasi mai portare a una perdita di peso reale e duratura se non accompagnate da un intervento di educazione alimentare e da un sostenibile e vero cambio delle proprie abitudini alimentari”.

Per quanto tempo si può praticare senza incorrere in rischi per la salute?

“Gli effetti fisici di queste diete non si vedono facilmente né velocemente. Probabilmente se si fa una dieta particolarmente sbilanciata e scorretta si possono percepire sensazioni negative e notare dei peggioramenti, seppur non particolarmente significativi, negli esami del sangue anche in poche settimane e mesi. Qualora questo tipo di dieta venisse seguita a cicli più volte nella propria vita, i possibili effetti si vedrebbero dopo molti anni. D’altronde se ci fossero tanti rischi nel breve periodo non sarebbe diventata così di moda. I rischi per la salute in cui si incorre nel breve periodo sono per lo più di carattere psicologici: ci si sente stressati, si è costretti a rinunciare a eventi e ad alimenti, peggiora il rapporto con il proprio peso e corpo, si valuta se stessi in base al numero della bilancia e molto altro. Altre conseguenze sono poi sul benessere intestinale: il nostro intestino ha bisogno di fibre, cereali e grassi oltre alle proteine; modificando così tanto le quantità e proporzioni si può arrivare a indebolire il nostro intestino e il microbiota che lo popola e questo danno può essere molto rapido e poi difficile da aggiustare”.

Vi sono casi in cui è necessaria?

“La dieta iperproteica è necessaria solo a fronte di patologie particolari che non permettono di estrarre dagli alimenti tutte le proteine necessarie e dunque chi ne soffre rischia di incorrere in uno stato di malnutrizione con una conseguente perdita di muscolatura. In questo caso però le diete, oltre a essere iperproteiche, sono anche ipercaloriche, ossia apportano più calorie del necessario. La dieta iperproteica che viene invece proposta molto spesso è abbondante in proteine, ma anche e soprattutto povera di calorie. Dato che gli alimenti che apportano più proteine possono avere un effetto maggiormente saziante e spesso sono anche molto accettati e graditi si aumentano così da poter poi ridurre fonti di grassi e cereali. Ad ogni modo resta sempre un modo per fare l’unica cosa che funziona sempre e che è ricercata alla maggior parte delle persone: ridurre tanto le calorie così da perdere peso”. 

Oggi sulle nostre tavole vi sono troppe fonti di proteine?

“Una dieta iperproteica ma normocalorica non comporta un calo di peso e oggi rappresenta di certo il regime alimentar più diffuso tra le persone. Rispetto al passato e ai fabbisogni reali infatti abbiamo spesso un’alimentazione con più fonti proteiche di scarsa qualità per pasto come ad esempio un consumo molto regolare di pasta al ragù con parmigiano, più un secondo di carne o qualche fetta di salume e formaggio. Anche questa versione di dieta non è particolarmente consigliata e salutare”.

Jessica Bianchi