Via Bersana, l’assessore Righi ci prova ma inutilmente

Il risultato è che in via Bersana si costruirà dopo aver demolito edifici di valore storico documentale e con criteri piuttosto discutibili in un contesto rurale.

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La proprietà ha risposto picche ed era legittimata a farlo perché il Comune di Carpi aveva già concesso l’autorizzazione all’intervento di edilizia privata. È stata una cortesia quella di incontrare l’Assessore all’Urbanistica Riccardo Righi che le avrà anche provate tutte ma… troppo tardi. Quel fascicolo sarebbe dovuto finire sulla sua scrivania mesi addietro se l’attuale amministrazione avesse fatto della tutela paesaggistica una priorità ma, nel solco di quelle precedenti, non si è particolarmente distinta in tal senso.

Il risultato è che in via Bersana si costruirà dopo aver demolito edifici di valore storico documentale e con criteri piuttosto discutibili in un contesto rurale. Siamo in una delle zone più belle di Carpi dove passeggiare immersi nella natura con la strada che attraversa due parchi, quello della Fondazione Cassa Risparmio di Carpi e quello della settecentesca Villa Benassi nella cui area sarà costruito il nuovo insediamento residenziale con affaccio sul Parco SantaCroce, che la Fondazione sta ultimando. Senza voler addentrarci nei retroscena (https://temponews.it/2023/11/15/nuove-case-con-vista-sul-parco-santa-croce-al-via-il-cantiere/) restano comunque diverse perplessità, tra cui quella relativa alla soluzione architettonica perché l’art. 87 del Piano Regolatore relativo agli edifici del territorio rurale non costituenti beni culturali e non vincolati dalla pianificazione, prevede che, nel caso di edifici residenziali, la ricostruzione non possa essere articolata in unità abitative autonome e/o a schiera. In contrasto con il contesto agricolo le sette nuove unità abitative in via Bersana sono a schiera e per ogni casa c’è un passo carraio e un’area cortiliva recintata come per le tipiche ville a schiera urbane.

Negli ultimi trent’anni si è seguito un modello di ‘normale urbanizzazione’ che di variante in variante ha cancellato le zone agricole per trasformarle, moltiplicandone il valore e rovinando un pezzo importante del nostro paesaggio che andava invece recuperato, restaurato e non ulteriormente modificato secondo canoni estranei. Il nuovo Pug arriva tardi.

Sara Gelli

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