Gli stomizzati chiedono maggiore considerazione: “il servizio non funziona”

In questi giorni sono giunte in Redazione alcune segnalazioni di disservizio relative all’Ambulatorio di Stomaterapia dell’Ospedale di Carpi: “dalla difficoltà di reperire il materiale che ci spetta - spiega un nostro concittadino - all’impossibilità di contattare il servizio poiché il numero di telefono risulta sempre staccato. In caso di bisogno non sappiamo a chi rivolgerci”. Dal canto suo l’Ausl di Modena spiega che “è in corso una riorganizzazione del servizio”.

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La stomia, nota nel linguaggio comune col nome di ‘deviazione’, è una derivazione all’esterno, generalmente sull’addome, dell’apparato  intestinale o urinario definitiva o, più spesso temporanea. Questa richiede un surplus di assistenza e un accompagnamento specifico con l’obiettivo di portare la persona alla riacquisizione della completa autonomia nella nuova condizione di vita. Viene eseguita in seguito ad affezioni infiammatorie o tumorali dell’intestino tenue, del colon, della vescica o delle vie urinarie. Una fase delicata, complessa, che richiede assistenza, aiuto e vicinanza. L’Ambulatorio di Stomaterapia dell’Ospedale Ramazzini di Carpi (Poliambulatorio 1, primo piano, stanza 223) è nato proprio per rispondere ai bisogni e alle esigenze di questi pazienti. 

In questi giorni sono però giunte in Redazione alcune segnalazioni di disservizio: “dalla difficoltà di reperire il materiale che ci spetta – spiega un nostro concittadino – all’impossibilità di contattare il servizio poiché il numero di telefono risulta sempre staccato. In caso di bisogno non sappiamo a chi rivolgerci e, vorrei ricordare, che gli stomizzati necessitano di un’assistenza costante. Il servizio così com’è non funziona”.

Dal canto suo l’Ausl di Modena spiega che, “per rispondere meglio ai bisogni dei cittadini con stomia, è in corso una riorganizzazione dell’ambulatorio di Stomaterapia, che tra le altre cose prevede l’incremento numerico del personale infermieristico dedicato. Ciò consentirà di migliorare l’offerta, tra cui la distribuzione diretta dei presidi, modalità che consente una presa in carico globale della persona, che può avvalersi così di costanti consulenze professionali specifiche da parte del personale, altamente specializzato, sull’utilizzo dei materiali stessi. Grazie alla riorganizzazione in atto saranno inoltre migliorate le modalità di contatto, già oggi in uso, tra cui quella telefonica e via mail, nei giorni e negli orari dedicati, indicati ai pazienti sin dal primo accesso”.

L’auspicio è che la riorganizzazione in atto si compia in tempi brevi per dare così risposte efficaci e tempestive ai pazienti.

Jessica Bianchi