La donazione di organi e tessuti valorizza ogni singola morte e restituisce nuova vita a tanti pazienti

L’Italia è uno dei paesi europei con la percentuale più alta di donatori e la nostra è una regione assai virtuosa, ma siamo ancora ben al di sotto di quella che consentirebbe di azzerare le lunghe liste d’attesa. Per quanto la medicina progredisca, quello dei trapianti è infatti necessariamente un settore in cui il contributo dei singoli è determinante. A Carpi, sinora, i consensi sono stati 16.439 a fronte di 6.280 dinieghi. Per ribadire l’importanza di questi temi e contribuire così a promuovere una cultura della donazione, sabato 11 marzo, alle 9,30, presso la Biblioteca Loria di Carpi è previsto un incontro con la cittadinanza dal tema: Donazione organi e tessuti, testamento biologico: la realtà carpigiana.

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Cuore, rene, polmone, fegato, cornee. Sono solo alcuni degli organi che è possibile donare per restituire un’esistenza piena e in salute a chi vive sospeso in attesa di un trapianto e di una nuova occasione. Decidere di donare post mortem i propri organi e tessuti è uno straordinario gesto di civiltà. Un gesto determinante che però ancora poche persone nel nostro Paese dichiarano espressamente di voler compiere. Tutti i cittadini maggiorenni possono manifestare il proprio consenso o diniego alla donazione al momento del rilascio della carta di identità ma la strada verso la consapevolezza della necessità di donare è ancora lunga. A Carpi, sinora, i consensi sono stati 16.439 a fronte di 6.280 dinieghi, “una percentuale piuttosto alta rispetto alla media nazionale. Un dato che ci invita a una doverosa riflessione: la modalità scelta per far esprimere la cittadinanza circa la propria volontà è certamente corretta ma dietro vi deve essere un percorso di sensibilizzazione in cui il cittadino viene preparato. Solo così sarà in grado di dare una risposta puntuale, informata e scevra da ogni pregiudizio”, spiega la dottoressa Enrica Becchi, responsabile medico del Coordinamento ospedaliero per la donazione di organi e tessuti dell’Ausl di Modena. “Il nostro ruolo di operatori sanitari dedicati al procurement di organi, tessuti e cellule – le fa eco la dottoressa Barbara Ferrari, coordinatore infermieristico per la donazione di organi e tessuti dell’Ausl di Modena – è quello di incontrare la cittadinanza per aumentare la conoscenza di tale tematica. I numeri ci dicono che è più facile finire in lista d’attesa che diventare un donatore. Nel corso della nostra vita infatti ciascuno di noi potrebbe doversi confrontare col tema della donazione. Potremmo doverci sottoporre a dialisi e avere bisogno di un trapianto di reni. O, ancora, una patologia dell’occhio, magari di natura traumatica, potrebbe farci necessitare di un trapianto di cornea. Oppure potremmo soffrire di un’insufficienza cardiaca tale per cui il trapianto è l’unica terapia possibile per darci una prospettiva di vita… A tale consapevolezza se ne deve poi sommare un’altra, ovvero che scegliere in vita cosa fare del proprio corpo facilita enormemente il compito dei familiari che restano”.

L’Italia è uno dei paesi europei con la percentuale più alta di donatori e la nostra è una regione assai virtuosa, ma siamo ancora ben al di sotto di quella che consentirebbe di azzerare le lunghe liste d’attesa. Per quanto la medicina progredisca, quello dei trapianti è infatti necessariamente un settore in cui il contributo dei singoli è determinante. 

“Noi – spiega la dottoressa Ferrari – siamo coloro che intervengono nel momento più angoscioso per le famiglie, quello del lutto. Quando i familiari devono fare i conti col dolore della perdita, quando piangono un loro caro. Il nostro compito è quello di spiegare loro, con la massima delicatezza, che quel dolore indicibile può trasformarsi in una rinascita per altre persone. Che quando tutto pare perduto, in realtà, la vita può rifiorire. La donazione valorizza ogni singola morte. Per questo il nostro ringraziamento più profondo va a tutti coloro che in vita hanno mostrato coraggio e sensibilità dichiarando di voler diventare donatori e alle famiglie che ne hanno rispettato il desiderio”.

Informazione e consapevolezza generano una maggiore disponibilità di organi e tessuti che a sua volta si traduce in un più tempestivo accesso alle cure per i pazienti in lista. Ecco perchè l’attività di procurement è dinamica e coinvolge non solo la Rianimazione, cuore pulsante dell’esperienza dell’attività donativa, bensì, sottolinea la dottoressa Ferrari, “tutti i sanitari ospedalieri e del territorio per riuscire così a captare tutte le situazioni in cui vi sia un potenziale donatore affinché personale esperto possa poi compiere le necessarie valutazioni e portare a buon fine la donazione. Stretta anche la collaborazione con l’Aido: lavorare insieme facilita il nostro compito”.

Le resistenze, così come i pregiudizi da sfatare, sono ancora numerosi: “molti – prosegue la dottoressa Ferrari – temono che la donazione deturpi l’integrità del corpo ma il prelievo viene condotto in sala operatoria da un’equipe di professionisti e la legge prevede che la salma venga ricomposta e restituita integra alla famiglia; per ogni tessuto prelevato infatti vi deve essere una compensazione resa possibile grazie all’impiego di protesi. Altri sono preoccupati rispetto a un allungamento dei tempi delle esequie; in realtà in alcuni casi, come nel trapianto di cornee, non si registra alcuna dilatazione qualora invece la donazione sia multi organo o multi tessuto il funerale sarà posticipato solo di qualche giorno grazie all’organizzazione e alla stretta collaborazione esistente tra sanitari e onoranze funebri. In Italia poi, è bene ribadirlo, donare e ricevere è gratuito e tutto avviene garantendo l’anonimato per tutelare così entrambe le parti”.

Al 31 dicembre 2021 nella nostra regione (ultimi dati resi noti dalla Regione Emilia Romagna) vi sono 811 persone in attesa di trapianto di reni, 74 di cuore, 171 di fegato e 26 di polmone mentre vanno da uno a tre anni i tempi medi di attesa.

“Le liste – spiegano le dottoresse Becchi e Ferrari –  sono dinamiche, vengono cioè scorse in base all’urgenza, non vi è dunque un primo e un ultimo. Chi è in pericolo di vita ha la precedenza nel ricevere il primo organo compatibile a livello nazionale”.

Per ribadire, ancora una volta l’importanza di questi temi e contribuire così a promuovere una cultura della donazione, sabato 11 marzo, alle 9,30, presso la Biblioteca Loria di Carpi è previsto un incontro con la cittadinanza dal tema: Donazione organi e tessuti, testamento biologico: la realtà carpigiana.

Un’occasione per parlare anche di donazioni di tessuti da viventi: “tanti nel corso della propria vita possono donare. Chi viene sottoposto a interventi di protesi all’anca, ad esempio, può donare il pezzo d’asso che viene sostituito dalla protesi. Questo sarà poi reimpiegato per realizzare prodotti da utilizzare nella Chirurgia traumatologica ortopedica – o in quella oncologica – per eseguire riempitivi e ripristinare la funzionalità degli arti. O, ancora, nella chirurgia odontoiatrica per fare innesti ossei. Anche le neo mamme possono compiere un gesto di generosità donando il sangue del cordone ombelicale affinché possano esserne utilizzate le cellule staminali”. 

Manifestare il proprio consenso alla donazione degli organi rappresenta un gesto di straordinaria solidarietà che permette di dare nuova vita a tante persone. Un gesto di responsabilità che dimostra quanto bene si possa fare anche quando non saremo più qui.

Jessica Bianchi