“Divorzio lampo? Solo sulla carta. I giudici non decideranno entro tre mesi”

L’avvocato Alessandra Selmi commenta il nuovo processo civile che introdurrà una serie di novità per le separazioni e i divorzi giudiziali nel tentativo di ridurre i tempi e snellire la burocrazia: “quella del divorzio lampo mi sembra più una chimera che una realtà”.

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Entra in vigore, con quattro mesi di anticipo rispetto al previsto, il nuovo processo civile che introdurrà una serie di novità per le separazioni e i divorzi giudiziali nel tentativo di ridurre i tempi e snellire la burocrazia. Si parla di “divorzio lampo” ma Alessandra Selmi, avvocato civilista specializzato in diritto di famiglia, non è convinta che l’iter sarà più snello e che i tempi possano essere rispettati.

“Il provvedimento del giudice dovrebbe essere emesso entro 90 giorni e per questo è stato definito divorzio lampo ma non si tratta di un termine perentorio bensì ordinatorio, vale a dire che i giudici non sono tenuti a rispettarlo. Qui anticipo una mia opinione, condivisa comunque da tanti colleghi: per come funzionano i tribunali, con tutti i problemi tecnici di cancelleria e di organico dei magistrati, sarà molto difficile che il termine dei tre mesi possa essere rispettato. Quella del divorzio lampo mi sembra più una chimera che una realtà”.

La prima novità che riguarda separazioni e divorzi giudiziali (non separazioni e divorzi consensuali) è la possibilità “di proporre, contestualmente alla domanda di separazione giudiziale, anche quella di divorzio. Si tratta di una facoltà, non di un obbligo”.

La seconda novità riguarda il Tribunale a cui fare riferimento: “oggi – precisa l’avv. Selmi – il Tribunale competente in caso di separazione o divorzio è quello dell’ultima residenza familiare; dal primo marzo sarà il Tribunale presso il quale si trova la residenza dei figli e, se non ci sono figli, sarà quello del coniuge convenuto, cioè di colui contro il quale viene presentato il ricorso giudiziale”.

La terza novità è importante perché “nei procedimenti contenziosi, separazioni e divorzi, verrà eliminata l’udienza presidenziale. Oggi esiste un doppio passaggio: un primo rito davanti al Presidente del Tribunale che emette provvedimenti provvisori, dopodiché viene fissata un’udienza dinnanzi a un giudice istruttore. Dal primo marzo non esisterà più l’udienza presidenziale e nemmeno i provvedimenti provvisori: si andrà direttamente davanti al giudice relatore che solo in casi gravi potrà emettere provvedimenti indifferibili. Comunque ci sarà, come ora, un tentativo di conciliazione”.

La quarta novità riguarda la documentazione che si dovrà allegare: attualmente occorre produrre le dichiarazioni dei redditi degli ultimi tre anni, “dal primo marzo si dovrà allegare una ricca documentazione che dimostri tutta la situazione economica, patrimoniale e finanziaria: oltre alla dichiarazione dei redditi, anche gli estratti conto bancari degli ultimi tre anni, la documentazione relativa a investimenti, al possesso di veicoli, barche e immobili. Chi mentirà potrà essere sanzionato”.

La quinta novità: “i genitori dovranno presentare un dettagliato piano genitoriale precisando dettagliatamente quelle che sono le attività quotidiane dei figli, come trascorreranno il tempo libero, la scuola, le vacanze, quali sport praticheranno. Questo non mi trova assolutamente d’accordo: nel caso in cui i figli siano piccolissimi come si fa a programmare un piano genitoriale per il loro futuro? Come si può tener conto delle loro inclinazioni, aspirazioni e capacità che nel tempo cambiano? La trovo una cosa assurda”.

La sesta novità risale ai tempi della pandemia: “sono state eliminate o drasticamente ridotte le udienze in presenza ed è stata introdotta la formula della trattazione scritta cioè il deposito e lo scambio di note scritte. Sicuramente una semplificazione per i Tribunali ma lasciatemi dire che nelle separazioni l’udienza davanti al giudice per le parti è simbolica: segna una fine, un cambio di vita e le parti faticano a capire e sono sgomente alla notizia che l’udienza sarà solo virtuale”.

La riforma “complica tutto e crea confusione senza centrare l’obiettivo di ridurre i tempi e snellire la burocrazia” conclude l’avvocato Selmi. “Tra l’altro ha effetti anche sulle coppie che cercano di divorziare perché prevede che fin dall’inizio si metta tutto sul piatto, nero su bianco, anche le prove istruttorie: questo in molti casi può allontanare la possibilità di trovare un accordo, di arrivare a una conclusione consensuale. In base alla mia esperienza tante volte si aspetta a tirar fuori certe circostanze e certi particolari per non mettere troppa benzina sul fuoco e considerare se placandosi gli animi si riesce a raggiungere un accordo. In questo modo sarà più difficile dovendo fin da subito allegare ogni cosa”

Sara Gelli