Cala il numero delle donne fertili e si diventa mamme dopo i 33 anni

In provincia di Modena si assiste a una forte riduzione della popolazione in età fertile e, contestualmente, all’incremento dell’età media delle gestanti (33 anni, in progressivo incremento) con un 34,7% delle madri che hanno età pari o superiore a 35 anni; sono inoltre presenti fattori di rischio come ad esempio bassa scolarità (24,3%) e obesità (12,6%) che incidono rispetto all’esito della gravidanza. Sono solo alcuni dei dati emersi durante la seduta del 25 gennaio della Conferenza territoriale sociale e sanitaria della provincia di Modena, durante la quale è stato fatto il punto circa i Percorsi nascita e, in particolare, quello di Mirandola.

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In provincia di Modena si assiste a una forte riduzione della popolazione in età fertile e, contestualmente, all’incremento dell’età media delle gestanti (33 anni, in progressivo incremento) con un 34,7% delle madri che hanno età pari o superiore a 35 anni; sono inoltre presenti fattori di rischio come ad esempio bassa scolarità (24,3%) e obesità (12,6%) che incidono rispetto all’esito della gravidanza.

La direttrice sanitaria dell’Azienda Usl di Modena, Romana Bacchi, ha sottolineato l’importanza di “lavorare per la tutela della fertilità e della possibilità di procreare, la cui perdita è uno dei grossissimi rischi che stiamo correndo, a fronte di una cultura che non riesce a rendere i percorsi per la maternità facili e accessibili: è un problema sociale molto importante che stiamo affrontando e continueremo ad affrontare”.

Sono solo alcuni dei dati emersi durante la seduta del 25 gennaio della Conferenza territoriale sociale e sanitaria della provincia di Modena, durante la quale è stato fatto il punto circa i Percorsi nascita nella nostra  provincia. 

La rete dei Punti nascita (PN) prevede una struttura, il Policlinico di Modena con circa 2.900 parti/anno (2836 nel 2022), per la centralizzazione di gravidanze ad alto rischio e neonati prematuri; due strutture con più di 1.000 parti l’anno (Sassuolo, 1360 parti e Carpi, 1054 parti); una struttura, Mirandola, con meno di 500 parti (238 parti fino alla sospensione dell’attività di assistenza al parto il 22 dicembre 2022). 

Sul Punto nascita di Mirandola, la direttrice sanitaria Bacchi ha chiarito come siano state mantenute le 12 ore diurne del ginecologo e la presenza h24 di ostetrica, pediatra e anestesista e ha ricordato il piano di rafforzamento dell’assistenza alle donne in gravidanza sul Distretto nel pre e nel post-parto, in stretta collaborazione tra Consultorio e Ospedale. Anche in ambito medico le progettualità previste sono molteplici e riguardano il ripristino e l’ampliamento dell’offerta ambulatoriale, ovvero le visite ginecologiche – che nel 2023 saranno innalzate dalle 15 alle 31 settimanali – le ecografie ginecologiche – con 3 sedute settimanali a CUP -, le ecografie ostetriche e l’ambulatorio isteroscopia e colposcopia, con l’aumento di 2 sedute rispetto al passato (da 8 a 10). Verrà potenziata l’attività chirurgica ginecologica che sarà poi oggetto di consolidamento con l’acquisizione di nuove figure anestesiologiche.

“Stiamo continuando le procedure concorsuali sia per l’anestesia che per la ginecologia”, ha poi concluso Romana Bacchi.

Il sindaco di Concordia Luca Prandini ha ribadito la necessità di continuare a lavorare per mettere in campo delle misure straordinarie che consentano il ripristino dell’attività. L’assessore alla sanità di Mirandola Antonella Canossa ha evidenziato l’ulteriore taglio di servizi sull’Ospedale, rilevando un disegno di depauperamento del territorio iniziato negli anni del terremoto. 

L’Assessore alla sanità del Comune di Carpi Tamara Calzolari ha ricordato che la criticità di personale di Ginecologia insiste anche sull’Ospedale Ramazzini; il sindaco di San Felice Michele Goldoni ha ribadito che l’Ospedale di Mirandola è punto di riferimento della comunità e ha auspicato per le prossime sedute l’individuazione di un termine per la ripresa del servizio di assistenza al parto. Il sindaco di San Possidonio Carlo Casari ha puntato sulla necessità di sostenere la natalità sul territorio e di evitare lo spopolamento dell’area garantendo un punto un’assistenza sanitaria adeguata. 

Il sindaco di Pavullo Davide Venturelli ha osservato che nella situazione attuale è anacronistico chiedere una riapertura ma è necessario garantire sulla montagna gli stessi servizi offerti a Mirandola. 

Roberto Righi di Cgil ha evidenziato necessità di tenere insieme la sicurezza di gestanti e operatori con i bisogni di quel territorio e ribadito, a fronte delle criticità, l’importanza di garantire il pre e post parto in tutta la provincia. Il sindaco di Medolla Alberto Calciolari ha ribadito l’importanza dei temi sollevati, così come quello di un hub unico provinciale che, anche alla luce dei progressivi tagli in sanità, potrebbe rispondere a esigenze di razionalizzazione e sicurezza del sistema.