Tre giorni consecutivi di apertura per la mostra “Giochi di verità” a Soliera

Una preziosa occasione per ammirare le 81 opere esposte, realizzate da una cinquantina di fotografe italiane attive dagli anni ’60 ad oggi e raccolte all’interno della prestigiosa Collezione Donata Pizzi.

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Tre giorni consecutivi di apertura per la mostra fotografica “Giochi di verità. Rappresentazione, ritratto, documento” allestita nel Castello Campori di Soliera. Venerdì 6, sabato 7 e domenica 8 gennaio l’esposizione si potrà visitare, a ingresso gratuito, nei seguenti orari:dalle 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 19.30. Una preziosa occasione per ammirare le 81 opere esposte, realizzate da una cinquantina di fotografe italiane attive dagli anni ’60 ad oggi e raccolte all’interno della prestigiosa Collezione Donata Pizzi.
Lungo un arco temporale di oltre cinquant’anni, la mostra curata da Marcella Manni ripercorre momenti significativi della fotografia italiana mettendo in luce le evoluzioni concettuali, estetiche e tecnologiche che si sono sviluppate negli ultimi decenni. La centralità del corpo, il rapporto tra memoria privata e collettiva, le dinamiche e i riti della vita familiare, sono elementi costitutivi e identitari che si leggono oltre le singole voci delle artiste e i momenti storici in cui sono vissute o vivono e operano.
La collezione ha preso avvio da una fotografia di Lisetta Carmi(presente a Soliera) e si è sviluppata fino a comprendere oltre 300 opere di più di 70 fotografe di diverse generazioni. L’obiettivo della collezione è quello di studiare, raccogliere, promuovere e sostenere il lavoro delle fotografe italiane, costruendo un percorso su un doppio asse, cronologico e tematico, attraverso la selezione di opere e autrici tra le più influenti del panorama contemporaneo. La collezione è una delle poche raccolte riservata al lavoro di artiste donne ed è in continua espansione.
Per il sindaco di Soliera Roberto Solomita, la mostra si inserisce in “un percorso avviato nel 2018, che ha visto il nostro Castello Campori configurarsi come contenitore per mostre di elevato spessore artistico, sia per la qualità delle opere esposte che per l’elaborazione di pensiero che le ha accompagnate. Dopo “Intra moenia – Collezioni Cattelani”, le fotografie di “Un paese ci vuole”, la personale di Arnaldo Pomodoro e quella di Mauro Staccioli (queste ultime due esposizioni hanno avuto anche un’estensione ancora ben visibile nel tessuto urbano, e penso all’Obelisco per Cleopatra in piazza Lusvardi e al Portale in via Nenni), proponiamo un coinvolgente percorso dentro la straordinaria Collezione Donata Pizzi. Siamo convinti che, attraverso vie inattese e mai convenzionali, l’arte sia capace di produrre senso e fornire strumenti di interpretazione della realtà”.