Defibrillatore al ristorante: l’agriturismo Il lago dei Sogni apre la strada

Il defibrillatore DEA è un'apparecchiatura cardioprotettiva che protegge clienti e dipendenti dalla morte improvvisa. Daniele Gherardi, titolare dell'agriturismo Il Lago dei Sogni ed ex volontario della Croce Rossa, ha deciso di collocarlo all'interno del suo ristorante: “Tutti possono usarlo, è semplice e intuitivo e può salvare la vita”.

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L’agriturismo Il Lago dei Sogni in via Canale di Migliarina, 10 è diventato ufficialmente una struttura cardioprotetta, tra le prime in provincia.

Nei giorno scorsi ha infatti collocato all’interno del proprio ristorante un DAE – Defibrillatore Semiautomatico Esterno, un dispositivo salva vita che per l’attuale normativa è obbligatorio soltanto negli enti pubblici mentre per quanto riguarda le attività private aperte al pubblico viene lasciato al titolare la facoltà di scegliere se dotarsene o meno.

Daniele Gherardi, titolare dell’agriturismo insieme al nonno Roberto, da ex volontario della Croce Rossa e da figlio di un operatore del 118, ha maturato nel corso degli anni una grande sensibilità nei confronti della prevenzione e dell’informazione riguardo agli eventi di arresto cardiaco come ha spiegato: “ho pensato che essendo il nostro ristorante frequentato da molte persone ed essendo un po’ distante dal centro della città e dell’ospedale, fosse importante dotarci di un DAE in caso di emergenza. Io ho ottenuto l’abilitazione ad utilizzare il defibrillatore che rinnovo ogni due anni con un corso di aggiornamento, ma la legge 116 del luglio 2021 specifica che l’uso del defibrillatore semiautomatico o automatico è consentito anche al personale sanitario non medico, nonché al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardiopolmonare”.

L’agriturismo ha creato anche un momento informativo sull’uso del defibrillatore e sulle azioni da compiere in presenza di una vittima di arresto cardiaco, e sta pensando ad altre iniziative dedicate alla salute oltre che alla vita in campagna e alla lettura.

“Nella nostra provincia circa due volte al giorno (una persona ogni 1.000 abitanti all’anno) – ha commentato Luca Gherardi, papà di Daniele e operatore del 118 – il cuore di una persona si arresta.

Il DAE, insieme al riconoscimento precoce dell’arresto cardiaco, alla chiamata al 118 e alle manovre di primo soccorso che vengono suggerite dal centro operativo tramite chiamata o videochiamata, possono permettere il ritorno al circolo spontaneo del malcapitato.

Incrociando le dita, affinché non se ne presenti mai la necessità, noi siamo preparati ad agire per ogni evenienza. Dopo un infarto i primi dieci minuti sono decisivi e il defibrillatore, se usato bene, può salvare la vita”. 

Chiara Sorrentino