Nel 1971 una squadra di carpigiani partecipò al varietà televisivo Come quando fuori piove

Al varietà condotto da Raffaele Pisu, affiancato da Vanna Brosio, partecipò anche una squadra di carpigiani, come ricorda il nostro concittadino Ruggero Po.

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Carlino di Modena del 1971 - Nella foto in alto, da sinistra Enrico Lugli, Raffaele Pisu e Ruggero Po

Dimenticate il poker o il burraco, Come quando fuori piove infatti, non è solo il trucco mnemonico per ricordare quale seme (Cuori, quadri fiori e picche) conta di più nel mazzo di carte francesi, bensì il titolo di un programma televisivo di varietà, trasmesso dall’ottobre del 1971 al marzo del 1972. 

Nella trasmissione, che andava in onda la domenica pomeriggio sul Programma Nazionale, le carte, insieme alle note musicali, rappresentavano una costante dei giochi proposti.

Nel 1971, al varietà condotto da Raffaele Pisu, affiancato da Vanna Brosio, partecipò anche una squadra di carpigiani, come ricorda il nostro concittadino Ruggero Po.

“Ai tempi facevo ancora il Liceo, avevo 18 anni e fu una bellissima esperienza. Partimmo in una quindicina alla volta di Corso Sempione a Milano per registrare. Tra noi c’erano Enrico Lugli, Diego Dotti, Laura Luppi, Brunella Ascari, Ivana Mora, Lorena Luppi, Silvia Nasi, Gabriella Lugli, che poi divenne mia moglie, Delia Tavernelli e Paola Roncaglia”.

La parte centrale del programma era costituito da giochi a cui prendevano parte delle squadre in rappresentanza di città di diverse regioni italiane: “dovevamo rispondere a domande di cultura generale oppure, attraverso alcuni indizi, – prosegue Ruggero Po – indovinare il titolo di una canzone o di un film. La squadra vincente si guadagnava il diritto di partecipare alla puntata successiva: noi ne vincemmo tre e per un mese tornammo a Milano ogni sabato pomeriggio per registrare negli studi della Rai: impossibile dimenticare quegli esilaranti viaggi in corriera… Una delle sfide consisteva nell’enunciare a turno tutti i comuni italiani il cui nome terminava con IA: non facevamo altro che esercitarci, tra una battuta e una canzone”. A decretare la fine dell’avventura televisiva per la squadra di casa nostra fu “il gruppo di Terracina. Scommettemmo insieme a loro, dal momento che il Natale si stava approssimando – sorride Ruggero Po – che chi avesse vinto avrebbe ospitato a sue spese gli avversari per il Capodanno. Festeggiammo l’arrivo del 1972 a casa dei nostri avversari…”.

Jessica Bianchi