Modena (e provincia) più cara di Londra e Parigi

Indagine di Federconsumatori sulle provvigioni richieste dalle agenzie immobiliari

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Nella periferia di Modena il costo delle provvigioni immobiliari può essere anche doppio rispetto a Londra a Nottingh Hill e persino superiore a quello applicato a Parigi nella zona del Louvre. Emerge da un’indagine di Federconsumatori che “pur in una condizione di libertà di determinazione dei costi” segnala “un rischio di alterazione al mercato, in gran parte causata dall’opacità di comportamenti di una parte degli operatori”. Per l’associazione a tutela dei cittadini “è in corso da tempo, sia a Modena che in provincia, un peggioramento nelle condizioni applicate dalle agenzie ad acquirenti e venditori, con l’incremento, oltre soglie accettabili, delle percentuali di provvigioni”. Il fenomeno, specifica l’analisi riguarda più vistosamente le insegne in franchising di più recente ingresso e maggiormente “aggressive”, ma è in rapida estensione a tutto il mercato delle vendite immobiliari. In particolare la percentuale di provvigione applicata sia al venditore che all’acquirente, non obbligatoria, indicata nel 2% dalla “Raccolta degli usi e consuetudini della Camera di Commercio” di Modena, “è ormai salita verso il 3% più Iva per un totale medio del 7,32%”. Una cifra “assolutamente sproporzionata, per una attività di mera intermediazione commerciale”, commenta Federconsumatori.

“Registriamo segnali di ulteriori peggioramenti, non motivati né dalla situazione economica, né da maggiori prestazioni fornite”, viene aggiunto. Particolarmente grave è la condizione degli immobili di modesto valore, dove le provvigioni (spesso in quota fissa) possono raggiungere il 15/20% complessivo. In generale, poi “è davvero scarsa la trasparenza sulle condizioni applicate dalla generalità degli operatori”. Federconsumatori propone quindi, sul modello francese, che le agenzie immobiliari rendano note prima- sul proprio sito e nei locali- la provvigione massima che viene richiesta. “Questo consentirebbe lo sviluppo di motori di ricerca comparativi, che crediamo contribuirebbero a moralizzare una situazione caotica e davvero negativa per i consumatori”, conclude l’associazione.