Il mio obiettivo? I luccichini negli occhi

Nel video il maestro Giorgio Barchiesi racconta la storia di Andrea travolto da un’auto a Novi mentre era in sella al suo scooter a 19 anni e l’attività di Diversamente karate.

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“Quando vedo luccicare i suoi occhi mi emoziono perché i suoi progressi sono anche i miei. Anche per me è una crescita, siamo uomini” ammette il Maestro Giorgio Barchiesi. Nel video

racconta la storia di Andrea travolto da un’auto mentre era in sella al suo scooter a 19 anni. La sua vita cambia in un attimo ed è dura accettare le conseguenze del drammatico incidente stradale. “Otto anni fa quando è arrivato era inchiodato alla carrozzina e il suo sguardo era spento. Non voleva saperne di intraprendere il percorso e di fare sacrifici convinto di non poter fare progressi. E invece, eccoci qua”. La possibilità di alzarsi in posizione eretta e di fare un tiro a canestro o camminare con il tripode: sono traguardi che hanno il sapore delle grandi cose e non a caso tante persone che a Novi di Modena hanno visto il video hanno chiamato Andrea e la sua famiglia per condividere la gioia.

“Diversamente Karate nasce nel 2008 – spiega Barchiesi – quando iniziano gli stage per diversamente abili. È fondamentale l’approccio: ogni progressione è determinata dal lavoro che si svolge contemporaneamente sul piano fisico e mentale”. Barchiesi ha strutturato la sua preparazione per poter supportare l’attività motoria delle persone affinché ne possano trarre beneficio per il corpo e per la mente: formatosi all’Accademia nazionale di karate e arti marziali makoto diretta dal grande maestro Paolo Bolaffio a Trieste, Barchiesi si è orientato a un approccio olistico attraverso lo studio del Qigong e attraverso diversi tirocini, tra cui quello del metodo REME, per elaborare, in trentasei anni di esperienza, “qualcosa di non protocollato” ma che gli consenta di poter interagire con una persona autistica “superando gli stretti limiti di cerchi e quadrati”, aiutare chi soffre di fibromialgia, allenare i malati di Alzheimer “per esempio spingendo una carriola quando il lockdown non ci permetteva altro”, e sostenere nel recupero chi è stato colpito da ictus.

“Porto le persone fuori di casa a fare attività fisica visto che il tono muscolare ha subito un progressivo calo del 40% rispetto ad anni fa. Oggi generalmente si propone uno sport ad alto livello o agonistico con troppa panchina per tanti ragazzi: non è un caso che il nostro motto sia Con noi nessuno in panchina”.

L’obiettivo del maestro Barchiesi nella sua palestra di Villanova di Reggiolo e nella sala a Carpi resta quello di proporre “cose che possano dare loro i luccichini negli occhi nel momento in cui si sentono protagonisti, anche nella disabilità”.

Sara Gelli