Plasma iperimmune, al via uno studio in Regione

0
1546

Al via un nuovo studio, in Emilia Romagna, voluto dalla Regione per valutare la fattibilità di un percorso di produzione di plasma, la componente liquida del sangue, da pazienti e donatori che hanno contratto l’infezione da SARS-CoV-2 sviluppando poi gli anticorpi. L’immunoterapia passiva effettuata con l’impiego del plasma dei pazienti guariti – definito plasma iperimmune o “convalescent plasma” – potrebbe infatti rappresentare un approccio da tenere in considerazione nel trattamento delle infezioni da Coronavirus sulla base delle esperienze maturate in altri Paesi, tra cui Cina e Stati Uniti.
Il protocollo, predisposto dal Centro regionale sangue e dall’Agenzia sanitaria e sociale insieme all’assessorato alle Politiche per la salute, arruolerà, naturalmente su base volontaria, due gruppi di persone: i pazienti che hanno sviluppato l’infezione in tempi recentissimi,  precedentemente ospedalizzati o in quarantena fiduciaria a domicilio e attualmente  guariti; e i donatori  periodici  volontari di plasma, che hanno contratto l’infezione in forma asintomatica  o paucisintomatica,  individuati tra coloro che si presentano per l’aferesi – cioè la donazione mirata, solo di alcune componenti del sangue, come il plasma – periodica.
E intanto sono oltre 35mila (esattamente 35.623) i donatori di sangue emiliano-romagnoli che, dal 6 luglio al 20 settembre, si sono sottoposti volontariamente allo screening sierologico voluto dalla Regione: il primo bilancio – lo screening, infatti, prosegue – registra dunque, da Piacenza a Rimini, il 61% di adesioni sul numero complessivo di donatori (58.483). 873 sono risultati positivi al test e 4 al successivo tampone. Naturalmente le donazioni risultate positive al tampone non sono state utilizzate, come prevedono i rigidi protocolli di sicurezza a garanzia di donatori e trasfusi.
Lo studio nazionale “Tsunami”
La Regione Emilia Romagna ha inoltre aderito, per il versante clinico, allo studio nazionale comparativo “randomizzato” – l’assegnazione del trattamento nei soggetti avviene, cioè, con metodo casuale – Tsunami (acronimo di TranSfUsion of coNvalescent plAsma for the tratment of severe pneuMonIa due to SARS-CoV-2), che ha l’obiettivo di verificare l’efficacia della terapia con plasma in pazienti affetti da polmonite causata dal virus. Attivato su indicazione del Ministero della Salute, è promosso dall’Istituto superiore di sanità e dall’Aifa (Agenzia italiana del farmaco); prenderà in esame un ampio numero di pazienti affetti dal virus sul territorio nazionale e valuterà l’efficacia della terapia confrontandola in modo randomizzato e comparativo con la cura standard.
Le unità di plasma immune raccolte nell’ambito di questo studio e che rispettano lo standard di prodotto previsto dal protocollo regionale e dalla letteratura scientifica internazionale saranno “stoccate” presso i servizi trasfusionali regionali o i centri di lavorazione di Area Vasta, e rese disponibili per le eventuali necessità delle Aziende sanitarie, anche in base all’evoluzione epidemiologica dell’infezione.