Aimag – Unieco, è ora rompere il silenzio

Il Comitato Salviamo l’Acqua Pubblica che si era costituito in occasione del referendum, la lista Civica Carpi Futura e il Movimento 5 Stelle di Carpi hanno deciso di uscire allo scoperto per chiedere all’amministrazione di mettere in condizione i consiglieri comunali di accedere alle informazioni finora negate

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Il tempo stringe e i consiglieri comunali non hanno ancora in mano niente né è stata indicata la data del consiglio comunale in cui confrontarsi e mettere ai voti l’acquisizione di Unieco Ambiente da parte di Aimag. Così il Comitato Salviamo l’Acqua Pubblica che si era costituito in occasione del referendum, la lista Civica Carpi Futura e il Movimento 5 Stelle di Carpi (in foto: Monica Medici, Giliola Pivetti e Michele Pescetelli) hanno deciso di uscire allo scoperto per chiedere all’amministrazione di mettere in condizione i consiglieri comunali di poter accedere alle informazioni finora negate. “Il tempo c’è stato – dichiara Monica Medici dei 5 Stelle – perché risale al 28 ottobre la riunione del patto di sindacato in cui si dava il via libera ad Aimag per studiare la fattibilità dell’acquisizione di Unieco Ambiente e il 18 novembre si è riunito il Consiglio delle Terre d’Argine ma nessuna comunicazione è stata data alle forze politiche e l’avviso di consultazione pubblica a dicembre è stato relegato in una sezione poco visibile del sito del Comune. Il tempo passa e il rischio è quello di non arrivare pronti alla scadenza: dal data room del 16 gennaio ci sono 75 giorni per presentare l’offerta ma ancora non è stato convocato il Consiglio comunale per discuterne”.

E per il Comitato, Carpi Futura e Movimento 5 Stelle si tratta l’acquisizione di Unieco Ambiente da parte di Aimag è un “buon acquisto, non ci sono grossi dubbi”.

Il rafforzamento industriale che ne conseguirebbe permetterebbe ad Aimag di garantirsi un buon posizionamento sul mercato facendo dei rifiuti, “il cui margine operativo lordo oggi è dell’1%”, il principale business della multiutility.

Unieco Holding Ambiente è il pezzo più pregiato della cooperativa reggiana il cui fallimento risale a due anni e mezzo fa ed è stata messa in vendita nell’ambito del processo di liquidazione coatta amministrativa dell’intero gruppo: il ricavato della vendita della divisione ambientale servirà infatti per risarcire i creditori di Unieco.

258 dipendenti, 22 società partecipate e 35 impianti presenti in cinque regioni d’Italia (Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Puglia): nell’acquisizione di Unieco Holding Ambiente ci sarebbero potenzialità di espansione in attività come la bonifica e lo smaltimento dei rifiuti industriali che attualmente non appartengono alla sfera della multiutility.

A stretto giro di posta è arrivata la dichiarazione del sindaco Alberto Bellelli: “dal punto di vista politico i Comuni soci hanno già espresso in modo chiaro la volontà di procedere all’operazione di acquisto di Unieco Ambiente, non a caso nei diversi Comuni si sono tenute le rispettive commissioni consiliari per approfondire e discutere questo tema, ora siamo in attesa del parere tecnico dei Revisori dei Conti, ricordo che questo parere è obbligatorio ed aggiungo dal mio punto di vista, anche vincolante. Quindi si respingono con forza le ricostruzione che una parte delle minoranze ha fatto”

 

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