La separazione per molti genitori, specialmente per gli uomini, si traduce in una vita di povertà. Nelle parole di Antonio, quarantenne che vive a Carpi, c’è tutto il peso del dramma che coinvolge migliaia di genitori separati in Italia. “Vorrei solo ritornare a fare il padre dei miei figli con la serenità di poter provvedere a loro per sempre” dice dopo aver ripercorso la sua storia che inizia nel 2012 con la separazione dalla moglie dopo un’esasperante vita di coppia fatta di frustrazioni, ricatti e violenze verbali e non, tali da compromettere il clima familiare. Il matrimonio, nato sotto una cattiva stella, è naufragato travolgendo i due figli costretti ad assistere a quotidiane scene di violenza in casa e a nulla è valsa la mediazione familiare. “Lei durante il terremoto, dopo una violentissima lite in pubblico, se n’è andata momentaneamente al Sud coi ragazzi e io, esasperato, ho deciso di cominciare la procedura per la separazione. Quando è tornata, per non dovermi trovare a sostenere i costi di una separazione giudiziale, ho intrapreso la strada della separazione consensuale e ho dovuto farmi carico di tutte le spese perché lei non lavorava: intera rata del mutuo dell’abitazione che avevamo condiviso e spese di proprietà della stessa, mantenimento di lei e dei figli, delle spese extra per i ragazzi (vestiti, libri, ricariche, spese mediche…), a cui si aggiungeva l’affitto di una nuova casa per me, di un’automobile, dato che ho dovuto lasciare a lei anche quella e di tutto ciò che mi serviva per vivere perché si è rifiutata di farmi prendere stoviglie, lenzuola, asciugamani o qualsiasi altra cosa potesse servire a me e ai ragazzi nei giorni in cui erano con me, nonostante nella casa coniugale ne avessimo in abbondanza”. Fino a quando Antonio ha percepito lo stipendio è riuscito a far fronte a tutto, pur con grandi sacrifici. “Poi, nel dicembre del 2014, la crisi ha colpito l’azienda di cui ero dipendente e ho perso il lavoro. Per sei mesi ho percepito un’indennità di disoccupazione di mille euro, allora ho chiesto aiuto e comprensione alla mia ex moglie ma è rimasta sorda alle mie richieste: essendo io a casa dal lavoro mi sono occupato dei miei due figli ospitandoli a casa mia ben oltre i tempi stabiliti nel verbale di separazione e lasciando ulteriore tempo e modo alla madre per trovare a sua volta un lavoro. Nel frattempo ho dovuto continuare a versare l’assegno di mantenimento alla mia ex moglie, seppure lei, già dal momento della separazione, sia completamente immersa nella sua nuova vita. Ho cercato e proposto ogni soluzione possibile per la serenità dei ragazzi.
Le ho proposto di farmi riavere la casa che adesso è perlopiù vuota, così che potessi starci io coi miei figli, ma non ha accettato perché ciò vorrebbe dire dover rinunciare agli assegni familiari spettanti al genitore collocatario, che fino a oggi percepisce lei e si vanno a sommare a tutte le altre somme da me elargite. Le ho detto di far stare i ragazzi fissi in casa alternandoci io e lei, ma niente. Le ho proposto di venirmi incontro col pagamento del mutuo o di ridarmi almeno una parte degli assegni che le versavo, ma non c’è stato niente da fare: nelle spese straordinarie ci ha messo anche le mutande”.
Con la sospensione del mutuo per un anno, Antonio è riuscito a tirare avanti. A luglio ha trovato un’occupazione, “mille e venti euro al mese ma è meglio di niente. Ho prodotto il contratto davanti al giudice spiegandogli la mia situazione ma poco è cambiato. La sentenza della settimana scorsa stabilisce che non sono tenuto a pagare il mantenimento della mia ex moglie perché assolutamente in grado di trovare un’occupazione”. Restano tutte le altre spese a cui far fronte con mille e venti euro al mese: c’è da riprendere a pagare da dicembre 2015 la rata del mutuo da 500 euro al mese, c’è da versare l’assegno di mantenimento dei figli di 300 euro a cui si sommano le spese extra dei libri di scuola e dei vestiti. “Ho disdetto l’affitto della casa in cui stavo io perché non ce l’avrei fatta a pagarlo e ho trovato una sistemazione di fortuna. Ma sono disperato: dove ospito i miei figli?”.
Sara Gelli