Come diventare giapponesi

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Siamo territorio sismico. Se mai ci fosse stato bisogno di conferme dopo il maggio del 2012, la terra è tornata a tremare in Emilia Romagna. L’ultima scossa, martedì 20 ottobre, si è avvertita anche a Carpi: si è verificata alle 12.35, magnitudo 3.5, epicentro tra Mirandola, San Felice sul Panaro e Finale Emilia. Ogni volta riemergono le stesse paure. Quella percezione di sicurezza rispetto ad altre aree del pianeta avvertita fino al 2012 si è trasformata nella consapevolezza di dover avere a che fare con il rischio permanente di un terremoto: oggi vorremmo essere tutti giapponesi per imparare come convivere con una terra che può sempre tremare e ammiriamo il coraggio con cui non si fanno prendere dal panico. Ad attenuare la paura a Tokyo e dintorni c’è la fiducia nel fatto che gli edifici sono costruiti secondo severe normative antisismiche. Inoltre, un’educazione massiccia sin dall’infanzia su come reagire all’emergenza terremoto ed esercitazioni periodiche di simulazione dell’emergenza consentono alla popolazione di reagire correttamente. Infine aiuta sapere di poter contare su un’organizzazione capillare sul territorio con centri di evacuazione e accoglienza di cui tutti sono a conoscenza. La tecnologia può fornire un valido supporto: a Parma, per esempio, si sta sperimentando Alert System, il nuovo strumento di comunicazione telefonica adottato dal Comune per avvisare via sms i cittadini in tempo reale per emergenze, calamità, variazioni della viabilità, chiusura delle scuole, sospensione dei servizi.
La rassegnazione fatalistica agli eventi non consente di fare quei passi avanti fondamentali per essere ogni volta più preparati: solo un cambio di mentalità ci permetterà di superare l’italica ‘cultura dell’emergenza’.
Sara Gelli

 

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