Terremoto: Bonaccini stringe i tempi alle imprese

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Nemmeno due mesi fa il sindaco Alberto Bellelli chiedeva formalmente alla Regione di inserire “le esigenze di Carpi nell’agenda più complessiva del sisma partendo dalle necessità dei privati fino al settore produttivo”. E la Regione che fa? Stringe i tempi alle nostre imprese anticipando i termini delle verifiche sugli interventi di messa in sicurezza effettuati per ottenere il certificato di agibilità sismica necessario alla prosecuzione dell’attività produttiva. La comunicazione in questione è stata firmata il 28 agosto dal presidente della Regione Stefano Bonaccini e riporta le “indicazioni in merito al controllo dei progetti di edifici a uso produttivo” contenute nell’ordinanza n° 40 del 6 agosto. Sono interessate tutte quelle imprese carpigiane che, in base alle mappe di scuotimento, hanno subito una sollecitazione inferiore alla soglia fissata dal decreto, e i cui capannoni dovranno essere adeguati alle norme antisismiche. Sempre in base alle mappe di scuotimento, già nella frazione di Fossoli i capannoni si intendono collaudati dalla natura e i proprietari non sono tenuti a effettuare alcun intervento. Una discriminazione incomprensibile per i proprietari di capannoni a Carpi, spesso titolari delle attività che vi si svolgono all’interno.
A Carpi il procedimento per gli immobili a uso produttivo è articolato in due fasi: la prima prevede l’eliminazione delle carenze strutturali al fine di ottenere, in via provvisoria, il certificato di agibilità sismica necessario alla prosecuzione dell’attività produttiva; la seconda fase prevede miglioramenti per il raggiungimento di un livello di sicurezza pari almeno al 60% di quello richiesto a un edificio di nuova costruzione.
Il problema è che il terremoto tecnico, seguito all’evento naturale, ha generato parecchie contraddizioni: il fissaggio di travi e pilastri con imbullonamenti consigliato come prima misura di adeguamento per la sicurezza è stato successivamente sconfessato perché non garantirebbe elasticità alle strutture. Ciò che è stato fatto nella prima fase, con investimenti di migliaia di euro, rischia di dover essere completamente rivisto nella seconda.
E ora partono i controlli: agli interventi di prima fase consegue la verifica di sicurezza il cui termine è stato portato dall’ordinanza al 31 dicembre 2015. A Carpi in questi mesi sono già state disposte alcune chiusure di immobili dichiarati inagibili. Che succederà alle imprese che operano al loro interno?
Sara Gelli
 

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