Sisma 2 anni dopo: Va tutto bene?

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13 miliardi di danni, 27 vittime, 45.000 sfollati. Era la fine di maggio del 2012. A due anni di distanza Ricostruzione è una parola che viene ripetuta con frequenza, ma andrebbe associata sempre all’aggettivo “lenta”. Secondo i dati diffusi dalla Regione Emilia Romagna, su 14mila edifici residenziali danneggiati dalle scosse, solo 1.572 cantieri sono stati ultimati, mentre il bilancio per le aziende, che un tempo contribuivano a produrre il 2% del prodotto interno lordo nazionale, è ancor più negativo: 13mila attività interrotte dai fenomeni sismici e appena 163 quelle ricostruite. La burocrazia è l’ostacolo da superare, l’iter è complesso e macchinoso e gli intoppi all’ordine del giorno; chi aveva un’assicurazione specifica e risparmi da parte è riuscito ad aggirare i molti ostacoli anticipando denaro. Gli altri aspettano, telefonano, chiedono, incontrano i tecnici, anticipano qualche spesa, ma non possono permettersi di più. Poi c’è chi vive ancora nei Map, i moduli abitativi provvisori. Per le prime settimane erano sembrati anche luoghi vivibili, certamente preferibili alle tende in cui per mesi persone sfollate hanno condiviso spazi esigui con persone sconosciute. A distanza di due anni quei Map sono diventati quartieri degradati, tra topi e zecche, muffa alle pareti, troppo freddo d’inverno e troppo caldo d’estate e bollette Enel che costano al mese più di un affitto (poiché nei moduli tutto è alimentato a energia elettrica). Tanto, tantissimo di quel che si è rimesso in moto è frutto di donazioni private in cui la politica non ha avuto ruolo, nonostante siano stati i politici a tagliare ovunque i nastri. E proprio la politica è stata premiata ancora una volta alle ultime Europee e Amministrative: il Pd è il partito che amministra tutti i comuni terremotati emiliani e ha registrato numeri straordinari anche a questa tornata elettorale, a dimostrazione del fatto che le nostre comunità continuano a fidarsi di questa classe dirigente nazionale e locale, a confidare su quel cento per cento di rimborso che prima o poi arriverà. Glielo auguriamo di cuore. Di certo, se ci saranno battaglie da combattere e le promesse saranno disattese, potranno prendersela esclusivamente con loro stessi. Il segnale, forte e chiaro, è: “va tutto bene”.
Clarissa Martinelli
 

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