Domenica 23 giugno. A un anno dal sisma, Rovereto ha inaugurato la sua nuova chiesa, creata a tempo di record per garantire alla comunità un luogo in cui potesse ritrovarsi, dopo gli ingenti danni causati dal terremoto che hanno reso inagibile la vecchia parrocchia. Una celebrazione semplice all’insegna della sobrietà, in grado però di richiamare moltissimi cittadini che non hanno esitato a seguire la cerimonia anche dall’esterno della struttura gremita. “E’ stata un’opera alla quale mi sono appassionato moltissimo. Ogni scelta fatta – ha spiegato l’architetto Luigi Garabelli – dai materiali alla struttura nel suo complesso, è stata soppesata con grande cura”. Gli interni della chiesa sono in legno, le decorazioni essenziali e l’esterno candido. “Abbiamo deciso – continua l’architetto – che il messaggio che doveva trasparire era la semplicità: quel che conta sono infatti efficienza e resistenza. E’ stato scelto il legno per le sue qualità isolanti e antisismiche, mentre l’esterno è stato stuccato di bianco per aumentare l’efficienza termica della struttura. Tutto è stato tirato a lucido, lasciando però scoperta la vera anima dei materiali, senza alcun tentativo di nobilitarli. Ciò che conta è l’essenza non l’estetica”. Anche il vescovo di Carpi, Monsignor Francesco Cavina, era presente alla cerimonia d’inaugurazione. “Sono rimasto molto colpito dalle lettere dei bambini che motivavano la loro richiesta di partecipazione alla prima cresima – ci spiega – ed è incredibile come molti abbiano scritto ‘per andare in paradiso’. L’esperienza del terremoto ha reso forse più responsabili i fanciulli, che hanno compreso la fragilità della vita terrena, indirizzandoli verso l’immortalità dell’anima”. Finalmente la comunità di Rovereto e il suo nuovo parroco, don Andrea Zuarri, hanno riavuto la propria Chiesa. Un segno di speranza per tutti. Un luogo da cui ricominciare. Insieme.
Francesco Palumbo
Il Parroco di Rovereto, don Andrea Zuarri, chiede frammenti di macerie per la realizzazione di un monumento
Un mattone per ricordare
E’ ormai da un po’ di tempo che don Andrea Zuarri, il parroco di Rovereto, sta chiedendo ai cittadini colpiti dal sisma un mattone raccolto dalle macerie della propria abitazione, dal posto di lavoro o dai luoghi da loro amati, andati distrutti in seguito al terremoto dello scorso maggio. L’obiettivo è quello di creare un monumento con i resti delle costruzioni: “si tratterà di un memoriale che non sarà dedicato al ricordo del sisma – spiega Don Andrea Zuarri – bensì a tutti quei gesti di fratellanza che sono emersi durante quel terribile momento, grazie alla Provvidenza”. Sarà quindi un monumento per non dimenticare la sofferenza ma, soprattutto, per ricordare il coraggio e la solidarietà.