L’emarginazione è figlia dei privilegi

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La principale causa di isolamento ed emarginazione dei disabili da parte dei ragazzi normodotati a scuola non è – come si è sempre stati portati a pensare – l’handicap, che sia sensoriale, fisico o cognitivo. Probabilmente la frase da tutti ormai ripetuta come un impersonale copia/incolla che siamo tutti in qualche modo disabili ha reso più accettabile agli occhi dei ragazzi questo “stigma” millenario. E questo pare che abbia portato, evidentemente, a un altro problema da risolvere. Assolutamente inaspettato almeno per chi scrive: lo studente disabile è visto dai compagni come un privilegiato. E sapete perché? Perché dispone di tecnologie vietate agli altri. Se ha problemi visivi o acustici può usare (quando a tutti gli altri è impedito) computer, Internet, e altri ausili tecnologicamente avanzati. Se ha problemi di DSA o lievi ritardi mentali, oltre alle teconolgie si aggiunge pure un minor carico e una semplificazione dei compiti a casa e delle attività didattiche. E chi, adolescente, non riconoscerebbe questi come privilegi? La fotografia delle dinamiche scolastiche che contribuiscono a isolare, mobbizzare, emarginare gli studenti con disabilità è uscita dall’incontro che il professor Andrea Canevaro, pedagogista dell’Università di Bologna, ha avuto con gli oltre 30 ragazzi e ragazze tutor che seguono nelle quattro scuole superiori di Carpi (Liceo Fanti, Ipsia Vallauti, Itc Meucci, Itis Da Vinci) circa 60 studenti certificati. Il Tesoro Nascosto, associazione di genitori con figli disabili ha voluto incontrare i tutor, normalmente studenti universitari o giovani da poco maggiorenni che si propongono ai ragazzi disabili in età scolare in un rapporto amicale di accompagnamento negli studi e nelle relazioni sociali. Soprattutto ha voluto valorizzare il loro prezioso lavoro facendo incontrare loro colui che, per primo in Emilia Romagna, ha introdotto oltre 10 anni fa la figura dei tutor in una università, facilitando così l’inserimento dei coetanei meno fortunati. Se i tutor esistono nelle scuole dei comuni più “illuminati” è grazie a Canevaro e ai fondi che alcune amministrazioni destinano al progetto attraverso il terzo settore. Fino a due anni fa i tutor a Carpi erano presenti solo in due scuole su quattro. Quest’anno per la prima volta, tutte le scuole secondarie di secondo grado, sono coinvolte.

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