Con il mio sax sul palco di Sanremo

Il carpigiano Corrado Terzi, insieme all’intera sezione fiati de L’Orchestra Ottovolante del Maestro Mauro Ottolini, ha accompagnato Raphael Gualazzi in gara con il brano “Carioca” durante la 70° edizione del Festival della Canzone Italiana.

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Corrado Terzi

La musica è la sua vita, da sempre. Fin dagli inizi, quando dopo il diploma in clarinetto alla Scuola di Musica Tonelli, iniziò a suonare nella Banda della città di Carpi. Da allora non ha più smesso di suonare ma accenna alla sua ricca attività artistica come clarinettista e sassofonista solo quando risponde a domande specifiche. Per un musicista che è attirato dalla musica americana, jazz e swing, “il saxofono è lo strumento predominante. Adesso i conservatori hanno aperto le cattedre all’insegnamento del jazz ma negli Anni 80 sarebbe stato un sacrilegio mischiarlo con la musica classica”.

Il carpigiano Corrado Terzi, insieme all’intera sezione fiati de L’Orchestra Ottovolante del Maestro Mauro Ottolini

Rilassato e sereno, il carpigiano Corrado Terzi si gode l’esperienza sanremese perché “certe proposte arrivano quando meno te l’aspetti”. E’ stato il Maestro Mauro Ottolini a proporgli di collaborare con l’intera sezione fiati de L’Orchestra Ottovolante per accompagnare Raphael Gualazzi in gara con il brano Carioca per l’intera durata della 70° edizione del Festival della Canzone Italiana. Per Corrado Terzi è la quarta volta a Sanremo. “Con i Ladri di Biciclette ho partecipato al Festival nel 1989 e poi nel 1991. L’ultima volta nel 1993. Qui tutto era diverso: c’era l’Ariston, qualche hotel e il Casinò, ma nulla più (…risata)”.

L’atmosfera invece è rimasta la medesima, “c’è sempre molto fermento e la settimana è vissuta a mille dagli addetti ai lavori, a partire dagli speaker delle radio locali fino ai grandi presentatori della Rai. E’ la musica a dare senso alle giornate sanremesi perché in questa settimana Sanremo vive di musica”. Il festival, infatti, non si riduce alle esibizioni serali. “Durante la giornata ci sono eventi ed esibizioni in tutta la città e noi ci siamo trasformati in una vera e propria Marching Band in stile New Orleans. In questo momento abbiamo appena finito di suonare davanti al busto di Louis Armstrong nel parcheggio del Casinò, una collocazione un po’ infelice per un musicista come lui, ma noi gli abbiamo reso omaggio suonando un paio di suoi pezzi”.

E il dietro le quinte?

“E’ diverso da come lo ricordavo io. Adesso c’è la Red Room dove si aspetta il proprio turno davanti al televisore, la Green Room e il grande fermento per il red carpet, negli anni in cui ho partecipato con i Ladri di Biciclette era tutto un po’ più spartano ma è comunque sempre molto emozionante vivere il backstage”.

Che ne pensi di Amadeus?

“Da quello che ho potuto vedere se la sta cavando egregiamente. Anche lui ha fatto tanta gavetta e sa quel che sta facendo. Io me lo ricordo ai tempi dei Ladri quando era già un conduttore che faceva parlare di sé per la sua bravura”.

Che idea ti sei fato delle canzoni in gara?

“La musica ai giorni nostri è contaminata e anche al Festival sono in gara canzoni di generi completamente diversi”.

Sei emozionato?

“Sono rilassato e molto contento di poter riprovare, dopo trent’anni, queste emozioni che ho vissuto quando ero molto giovane, a 23 anni”.

Sara Gelli

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