Crisi di vocazioni nel volontariato

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Oltre ai motori e alla buona cucina, tra le peculiarità che caratterizzano il nostro territorio c’è sicuramente il volontariato: l’Emilia, tradizionalmente, è uno dei luoghi in cui più volentieri ci si spende per gli altri e la collettività. Come l’economia, però, da qualche anno anche le associazioni stanno attraversando un periodo di crisi per quanto riguarda il ricambio generazionale, faticano cioè a reperire nuove leve. Una crisi di vocazioni che pare non toccare il Presidio Libera Peppe Tizian costantemente in crescita: “il motivo per cui ci sono tanti giovani nel Presidio – spiega Rebecca Righi – potrebbe essere dato dal fatto che, in un clima generale di delusione e scoraggiamento, Libera è capace di mettere in luce i passi in avanti, le battaglie vinte, i modelli luminosi. Questo fa di un’associazione innanzitutto un luogo dove stare bene, in cui respirare speranza ed energia; non a caso sono proprio i campi estivi ad attrarre le nuove leve, perché è lavorando e incontrando persone sui beni confiscati che si sente aria di riscatto. Il contributo di ognuno è essenziale, perché si tratta di una buona battaglia che coinvolge tutta la persona, nella sua dignità e libertà, ma anche tutta la società, nessun settore escluso. Da un lato, dunque, la percezione di occuparsi di nodi fondamentali per decidere la direzione verso cui le nostre città procedono e, dall’altro, il desiderio di farlo con entusiasmo e allegria”. Se, complice anche l’attenzione suscitata  qualche anno fa dal ‘caso Saviano’, i temi della giustizia riescono a infiammare gli animi delle giovani generazioni, non tutti sono così fortunati. Associazioni storiche come l’Università Libera Età Natalia Ginzburg vivono, in città, una difficoltà maggiore, come spiega Emidia Dotti: “quando sono entrata circa otto anni fa c’era una grande presenza e richiesta di persone che desideravano impegnarsi nel volontariato, e anche in quello culturale. Abbiamo sempre proposto un grande ventaglio di iniziative, e continuiamo a farlo, ma col passare del tempo ho avvertito un forte calo di motivazione e oggi fatichiamo a trovare chi ci sostituisca”. Le motivazioni di tale crisi sono, a detta degli stessi volontari, molteplici. “A Carpi il mondo del volontariato è così vasto e variegato che rischia di generare un’eccessiva frammentazione. Servirebbe una maggiore sinergia tra le varie associazioni, così come uno sforzo costante di promozione del volontariato nelle scuole, incanalando i giovani su progetti concreti”. Che i ragazzi ci siano, e aspettino soltanto che qualcuno li coinvolga, è un’idea condivisa anche da Laura Lugli: “credo che uno dei fattori determinanti del calo di partecipazione sia imputabile al forte individualismo imperante. Con l’età pensionabile spostata poi in avanti, il coinvolgimento è ancora più difficile. C’è molta fruizione degli eventi proposti, ma poca voglia di spendersi in prima persona per renderli possibili”. Qualche dubbio sul fatto che i cambiamenti nel mondo del lavoro abbiano a che fare con le dinamiche del Terzo Settore lo avanza invece Carlo Alberto Fontanesi di Ushac: “quando si facevano le Feste dell’Unità c’erano persone che, pur lavorando in fabbrica, erano capaci di prestare il loro servizio, gratuitamente, sino alle due del mattino, per poi tornare a lavorare il giorno seguente. La crisi del volontariato c’è ed è evidente, ma sono più che convinto che l’istanza di spendersi per gli altri, di essere solidali e di aiutare non morirà mai, perché fa parte della natura umana, è un bisogno intrinseco quanto nutrirsi e respirare. Il punto non è dunque stabilire se il volontariato vivrà o meno, ma in che modo si evolverà. La diminuzione delle risorse sia economiche che umane ci deve incentivare a sviluppare progetti condivisi tra più associazioni, in modo tale da poter essere più incisivi”. L’esigenza di fare fronte comune è avvertita anche da Valeria Cremaschi del Gruppo Fotografico Grandangolo: “la collaborazione può portare a notevoli risultati. Noi di Grandangolo riusciamo spesso ad attirare ‘nuove leve’ all’interno del gruppo perché ogni anno organizziamo corsi di primo livello per chi vuole avvicinarsi al mondo della fotografia. Delle difficoltà le abbiamo, certo, ma ci sforziamo di proporre molti eventi, mostre, conferenze e incontri durante tutto l’arco dell’anno, per fare in modo che all’esterno si percepisca la nostra passione nei confronti dell’arte, che va oltre il semplice passatempo. Se si impara a sfruttarne le loro enormi potenzialità, anche i Social network possono aiutare a farsi conoscere e divulgare le proprie attività. Noi lo stiamo facendo e iniziamo a coglierne i frutti”.
 

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