I nervi scoperti della sanità di casa nostra: dai fondi insufficienti alla carenza di medici e infermieri

La sanità della nostra Regione sta attraversando il più grande momento di crisi degli ultimi anni. Mancano medici e infermieri e le attese per le visite specialistiche e gli interventi chirurgici sono intollerabili per i cittadini, spesso costretti a rivolgersi alla sanità privata o, ancor peggio, a non curarsi.

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La sanità della nostra Regione sta attraversando il più grande momento di crisi degli ultimi anni. Mancano medici e infermieri e le attese per le visite specialistiche e gli interventi chirurgici sono intollerabili per i cittadini, spesso costretti a rivolgersi alla sanità privata o, ancor peggio, a non curarsi. 

Questa mattina al Policlinico di Modena si è tenuto un incontro – che ha coinvolto le tre aziende sanitarie modenesi, l’Università e i cittadini – nel corso del quale sono emersi criticità e piani di sviluppo futuri. 

E a parlare con franchezza dei nervi scoperti della sanità di casa nostra è anche Stefano Reggiani, direttore generale dell’Ospedale di Sassuolo: “questo è un momento molto complicato per la sanità, siamo davanti alla messa a terra del Pnnr con finanziamenti molto probabilmente insufficienti e poi c’è il tema della grande carenza di professionisti, medici e infermieri, stimata intorno alle 100mila unità. Il cittadino quindi vede un Pronto Soccorso sovraffollato e un aumento dei tempi legati alle liste d’attesa per accedere a prestazione specialistiche ambulatoriali e chirurgiche. L’Ausl dal canto suo è partita con l’erogazione della continuità assistenziale e a breve con la riorganizzazione dell’emergenza-urgenza”.

Di nuove assunzioni invece non se ne parla: “la Regione ha dovuto trovare 100 milioni per chiudere il bilancio 2022 della sanità; non è detto che non assumeremo ma tale processo andrà fatto con attenzione e parsimonia e razionalizzando laddove sarà possibile”.