I ragazzi ci mettono le mani e imparano ad aggiustare e a restaurare oggetti

All’interno degli spazi di Recuperandia, i volontari Alberto Mescoli, Saod Noureddine e Giovanni Gattel, coadiuvati da un’operatrice della coop sociale Giravolta, condurranno dei laboratori di piccola falegnameria e restauro, ciclofficina e riparazioni elettriche rivolti a ragazzi/e a rischio di dispersione scolastica o con difficoltà apprendimento o relazionali.

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Mettiamoci le mani è questo il nome del progetto al via presso Recuperandia, il grande magazzino di via Montecassino dove alla parola d’ordine Riciclo, se ne aggiunge un’altra, altrettanto potente, ovvero Relazione. Sì perché tra quelle mura nascono inaspettati legami anche di carattere intergenerazionale. La forza di Recuperandia, e chi la frequenta lo sa bene, sono senza dubbio i suoi volontari, ed è solo grazie alla loro energia e alla loro passione che numerosi progetti prendono vita. Mettiamoci le mani è senza dubbio uno di questi, come spiega l’operatrice dell’Area Progettazione di Porta Aperta, Valentina Pepe: “questo progetto all’insegna del riuso nasce dalla collaborazione e dalla volontà di Porta Aperta e della Cooperativa sociale Giravolta di Carpi, anche grazie a un cofinanziamento della Regione Emilia Romagna, ma la vera anima di Mettiamoci le mani sono i nostri straordinari volontari artigiani”. Persone che mettono a disposizione la propria esperienza, il proprio tempo e il proprio sapere per aiutare i ragazzi, dagli 11 ai 19 anni, alle prese con qualche fragilità. “All’interno degli spazi di Recuperandia, i volontari Alberto Mescoli, Saod Noureddine e Giovanni Gattel, coadiuvati da un’operatrice di Giravolta, – prosegue Valentina Pepe – condurranno dei laboratori di piccola falegnameria e restauro, ciclofficina e riparazioni elettriche rivolti a ragazzi/e a rischio di dispersione scolastica o con difficoltà apprendimento o relazionali”. 

La formula piace ed è già stata ampiamente collaudata questa estate: “i laboratori dovevano decollare a febbraio ma la pandemia ha bloccato tutto. Le scuole erano chiuse e non era possibile lavorare in sicurezza coi volontari perchè non tutti erano vaccinati, pertanto l’avvio è slittato ai mesi estivi. In poco più di due mesi circa una quarantina di giovani, troppo grandi per i Centri estivi e troppo piccoli per dedicarsi a un vero e proprio lavoretto, hanno prestato il loro servizio volontario in bottega, cimentandosi anche nei vari laboratori e imparando così a usare le mani per aggiustare oggetti e ridare loro nuova vita. Hanno appreso l’importanza di lavorare in gruppo, a rapportarsi con persone più grandi di loro e a eseguire numerosi compiti a prescindere dalle proprie attitudini. Insomma esattamente quel che accade in ogni posto di lavoro che si rispetti…” sorride Valentina Pepe.

Mettiamoci le mani è ormai ai nastri di partenza, l’auspicio è che le scuole medie e superiori credano sempre più nel progetto perchè alcuni ragazzi possono, attraverso tali attività extrascolastiche, trovare la chiave giusta per vincere la timidezza, riavvicinarsi allo studio, trovare nuove amicizie o una passione che li motivi e li stimoli. 

Jessica Bianchi 

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