“Sapere di poter morire senza soffrire offre una grande serenità a chi, come me, convive con malattie incurabili”

“Scegliere come morire è prima di tutto una scelta di dignità”. A parlare è il solierese Stellario Dugoni. Dugo per gli amici. 49 anni, sposato con Cinzia, con due figli di 24 e 20 anni, Stellario convive da due anni con una grave forma di tumore al cervello, “il peggiore” spiega, perchè “per il mio glioblastoma al quarto grado non c’è nessuna cura. Si può solo rallentarne la progressione”. Stellario non vuole morire, vuole scegliere come farlo, andandosene senza dolore e quando sarà il momento. Ed è proprio per questo motivo, “anche se forse non avrò bisogno di ricorrervi” puntualizza, che ha lanciato una petizione su Change.org per chiedere alla Regione Emilia-Romagna di mettere in agenda la discussione sul suicidio assistito quanto prima. L’obiettivo? “Ottenere tempi certi di verifica e attuazione. Oggi infatti il rischio è che tra la richiesta e l’effettiva attuazione passino lunghi periodi e questo è inaccettabile”.

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Stellario Dugoni e la moglie Cinzia

“Scegliere come morire è prima di tutto una scelta di dignità”. A parlare è il solierese Stellario Dugoni. Dugo per gli amici. 49 anni, sposato con Cinzia, con due figli di 24 e 20 anni, Stellario convive da due anni con una grave forma di tumore al cervello, “il peggiore” spiega, perchè “per il mio glioblastoma al quarto grado non c’è nessuna cura. Si può solo rallentarne la progressione”. 

La diagnosi gli è piombata addosso dopo una parestesia alla parte sinistra del viso, “mi sono recato in Pronto soccorso e hanno notato una macchia nera nel mio cervello”. La battaglia di Stellario è iniziata allora: “dopo una prima operazione nel 2022 – racconta – a ottobre dello scorso anno hanno scoperto una recidiva e mi hanno sottoposto a un secondo intervento ma l’ultima risonanza non è stata delle migliori e quindi dovrò sottopormi a un ulteriore ciclo di radio e chemio”. Un percorso lungo e doloroso in cui però, prosegue Stellario, “sono circondato da professionisti straordinari. In questa regione infatti, dopo una diagnosi di tumore, vieni totalmente preso in carico dal sistema sanitario che si occupa di tutto, dal fissarti gli appuntamenti per le visite o la chemioterapia al metterti a disposizione uno psicologo per ricevere un sopporto”. Il desiderio di Stellario è quello di potersene “andare in modo dignitoso. Già le cure palliative assicurano un accompagnamento meno doloroso nel fine vita ma lo strumento del suicidio medicalmente assistito, e dunque sapere di poter morire senza soffrire, a livello psicologico, offre una grande serenità mentale a chi, come me, convive con malattie incurabili”. Ed è proprio per questo motivo, “anche se forse non avrò bisogno di ricorrervi” puntualizza, che Dugoni ha lanciato una petizione su Change.org (ad oggi, 26 gennaio, le firme sono 826) per chiedere alla Regione Emilia-Romagna di mettere in agenda la discussione sul suicidio assistito quanto prima. “Nel luglio 2023 – si legge nel testo – sono state depositate dall’Associazione Luca Coscioni alla commissione competente della regione, le firme raccolte in merito alla proposta di legge popolare che darebbe accesso al suicidio medicalmente assistito, come previsto dalla sentenza 242/2019, cosiddetta sentenza Antoniani/Cappato della Corte costituzionale, ma ad oggi, non è stata ancora calendarizzata la discussione in consiglio regionale. Chiediamo alla Presidente della Commissione Ottavia Soncini di calendarizzare la proposta in Commissione, alla Presidente del Consiglio regionale Emma Petitti di garantire la calendarizzazione in aula prima della campagna elettorale, e al Presidente Stefano Bonaccini di fare quanto in suo potere per rimuovere eventuali ostacoli politici o burocratici che dovessero rallentare il percorso affinché finalmente la Regione Emilia-Romagna si assuma la responsabilità di decidere su questo tema”.

L’obiettivo? “Ottenere tempi certi di verifica e attuazione. Oggi infatti il rischio è che tra la richiesta di suicidio medicalmente assistito e l’effettiva attuazione passino lunghi periodi e questo è inaccettabile”, prosegue Stellario Dugoni.

Una battaglia di civiltà, quella sulla gestione del fine vita che Dugo porta avanti da una decina di anni, “dapprima raccogliendo firme affinché diventasse operativo anche nel Comune di Soliera il Registro per il testamento biologico e poi, nel 2021, quelle per il Referendum sull’eutanasia legale, una battaglia, questa, ancora non vinta”.

Stellario non vuole morire, vuole scegliere come farlo, andandosene senza dolore e quando sarà il momento. 

“Quando per i nostri amici animali non c’è più nulla da fare – conclude Dugo – si pone fine alla loro vita, mi domando come questo diritto possa essere negato agli esseri umani”.

Per firmare la petizione clicca sul link https://chng.it/rfFCrJRSx8

Jessica Bianchi