Profughi ucraini ospitati grazie a Comune e associazioni di volontariato

Sono circa 300 i profughi ucraini che vivono a Carpi, in gran parte donne e minori: su 294 persone infatti, 135 sono femmine, 21 maschi e 138 hanno da zero a 17 anni; di questi, 46 frequentano la scuola infanzia (3), la primaria (25) e la secondaria primo grado (18).

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Sono circa 300 i profughi ucraini che vivono a Carpi, in gran parte donne e minori: su 294 persone infatti, 135 sono femmine, 21 maschi e 138 hanno da zero a 17 anni; di questi, 46 frequentano la scuola infanzia (3), la primaria (25) e la secondaria primo grado (18). 

La maggior parte di queste persone vive presso parenti, o in sistemazioni autonome avendo chiesto un contributo statale; una famiglia di cinque persone è invece ospite del circolo La fontana di Fossoli, nelle ex-scuole della frazione, dove si sono recate in visita le assessore Tamara Calzolari (Servizi Sociali, Associazionismo e Immigrazione) e Mariella Lugli (Bilancio e Protezione Civile) con rappresentanti dei soggetti impegnati nell’accoglienza. Questa collocazione è frutto di un accordo di collaborazione stipulato in maggio fra il Comune, la cooperativa sociale Il mantello e la Caritas Diocesana per conto della Fondazione Caritas Italiana, che aveva partecipato per Carpi al bando nazionale della Protezione Civile per attività di accoglienza diffusa. L’accordo a tre prevedeva appunto di mettere a disposizione un immobile per ospitare otto profughi provenienti dall’Ucraina, con l’impegno di svolgere tutte le attività di accoglienza e di accompagnamento rivolte oggi alla famiglia ospitata nell’ex-plesso scolastico di via Martinelli. Il capo-famiglia nel frattempo ha trovato un lavoro, e i tre figli vanno a scuola: due frequentano la primaria e uno una secondaria di secondo grado. Allo sforzo collettivo di questi mesi si è aggiunta anche l’associazione Al di là del muro, che ha donato alcuni elettrodomestici per rendere più confortevole l’alloggio.

“L’accoglienza dei profughi ucraini nel nostro comune – spiega Tamara Calzolari – si è fatta attraverso un proficuo gioco di squadra che ha coinvolto l’Amministrazione Comunale, la Protezione civile, la Caritas, la cooperazione sociale, il centro sociale e le associazioni di volontariato e oggi sono fiera di mostrare un aiuto concreto che si è realizzato per le famiglie che abbiamo accolto”.