L’occasione persa del Parco della Cappuccina

Dalla rubrica Una foresta a Carpi: 360 gradi di verde di Aldo Meschiari.

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L’avversione per gli alberi è antica quanto l’uomo carpense. Chi ha dimenticato le gesta dell’assessore all’Ambiente nella scorsa legislatura? Gli alberi sporcano, sono pericolosi, non danno profitto. Meglio tagliare e limitare le risorse per gli addetti al verde pubblico che, a Carpi, sono ridotti a un pugno di valorosi, sufficienti per curare a malapena il Parco della Resistenza. 

Mentre in tutta Europa l’antica avversione per gli alberi, l’arcaica dendrofobia che ha spinto i popoli a tagliare le foreste per urbanizzare, coltivare, antropizzare, si è mutata in un ritorno agli alberi, la nuova dendrofilia, che da alcuni decenni ha spinto le amministrazioni cittadine a mettere a dimora migliaia e migliaia di alberi in tutte le città, grandi e piccole, del vecchio continente, a Carpi le vecchie tradizioni sono dure a morire.

I cinque ettari e mezzo dell’area della Cappuccina sarebbero potuti diventare il primo bosco urbano di Carpi. Un polmone verde di un migliaio di alberi in grado di filtrare e ripulire l’aria dalle polveri sottili, di mitigare gli eccessi termici dell’isola di calore urbana, di divenire per i carpigiani il primo bosco cittadino in cui andare a risintonizzarsi con la natura e con sé stessi.

Invece la nuova amministrazione ha deciso per un parco agrario. In una città di 70mila abitanti, in cui bastano 10 minuti in auto per raggiungere la campagna, si è sentito il bisogno di progettare un parco agrario a due passi dal centro, dove poter passeggiare tra campi di grano e mais nelle assolate e afose giornate estive. 

Perché in fondo un bosco urbano costa molto meno di un parco agrario, ma vuoi mettere la scocciatura delle foglie secche in autunno o il pericolo che un ramo secco possa caderti in testa durante un temporale? Vuoi mettere la gioia di camminare tra le spighe dorate anziché nella fresca ombra di un platano o una quercia? 

Mille alberi potrebbero sequestrare 60 tonnellate di anidride carbonica, 60 kg di polveri sottili ed emettere 40 tonnellate di ossigeno, ogni anno. Un parco agrario non arriverebbe neppure a un terzo di questi valori. 

Il progetto che ha vinto il concorso organizzato dall’attuale Amministrazione prevede la messa a dimora di 35 nuovi alberi, quasi quelli di una casa privata a Santa Croce (il progetto è consultabile al link https://www.concorsiarchibo.eu/parco-della-cappuccina/esiti)

E mentre i nuovi amministratori promettono decine di migliaia di nuove piantumazioni di cui nessun carpigiano ha mai visto l’ombra, la nostra città balza alle cronache come una delle più inquinate di Europa a causa degli sforamenti regolari dei limiti delle polveri sottili (PMx). E così le malattie dovute all’esposizione prolungata alle PMx aumentano, la dendrofobia carpense rimane la stessa di sempre. 

Aldo Meschiari

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