“Grazie all’esperienza fatta nella prima ondata sappiamo come procedere”, ma restano numerose criticità

“Il numero dei contagi nella nostra provincia è molto più alto rispetto alla prima ondata e la crescita di nuovi casi di Covid 19 e ricoveri è stata più repentina del previsto”. A parlare è il direttore Generale dell'Ausl di Modena, Antonio Brambilla, che traccia una fotografia dell’andamento della nuova fase della pandemia di Coronavirus in provincia di Modena.

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direttore Generale dell'Ausl di Modena, Antonio Brambilla

“Il numero dei contagi nella nostra provincia è molto più alto rispetto alla prima ondata e la crescita di nuovi casi di Covid 19 e ricoveri è stata più repentina del previsto”, queste le prime parole del direttore Generale dell’Ausl di Modena, Antonio Brambilla.
Al 9 novembre, in provincia di Modena erano accertati 5.829 casi di persone con in corso l’infezione (erano 3.372 lo scorso 2 novembre). Di questi 5.377 sono in isolamento mentre 452 sono ricoverati. 41 i posti di Terapia Intensiva occupati negli ospedali dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, a cui si aggiungono 11 pazienti assistiti in setting semintensivo, tutti al Policlinico.
“Le nostre Terapie Intensive sono occupate al 50% ma dal punto di vista sanitario siamo tranquilli”, commenta Brambilla.
Il rapido trend della curva epidemica ha però reso necessaria una modifica sostanziale dell’organizzazione delle strutture sanitarie: “siamo impegnati nel riorganizzare i servizi ospedalieri e territoriali ma – prosegue il direttore generale – stiamo riuscendo a gestire bene la parte assistenziale e la presa in carico dei pazienti. Unitamente all’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena e all’Ospedale di Sassuolo stiamo rimodulando e pianificando l’attività chirurgica che sarà mantenuta su tutto territorio provinciale. L’obiettivo, infatti, è quello di continuare a garantire il trattamento delle urgenze, delle patologie più importanti e di quelle che necessitano di un intervento entro i 30 giorni, mentre l’attività specialistica dovrà continuare a farsi carico delle situazioni non procrastinabili. Avendo fatto esperienza durante la prima ondata sappiamo come procedere”.
L’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena ha attivato 273 posti di degenza ordinaria e 64 tra intensiva e semintensiva. Al Policlinico sono 163 i posti di degenza ordinaria e 34 quelli per pazienti di semintensiva/intensiva. A Baggiovara sono 110 i posti di degenza ordinaria e 30 quelli di semintensiva/intensiva (espandibili a 36). Aree dedicate al Covid sono poi presenti in tutti gli ospedali della rete. Rispetto alla scorsa primavera esiste un’organizzazione che consente di seguire i soggetti nel luogo di cura quanto più possibile appropriato a seconda dei bisogni. A tale scopo è stato istituito un nuovo Ospedale di Comunità a Novi, dedicato a pazienti Covid che rappresenta un presidio territoriale intermedio fondamentale, rivolto a pazienti anziani, che non necessitano di assistenza ospedaliera, ma le cui condizioni richiedono un’assistenza infermieristica continuativa, o a pazienti fragili con patologie croniche in fase di riacutizzazione. La scorsa settimana anche l’Osco di Fanano è stato riconvertito all’accoglienza di pazienti Covid e, annuncia Brambilla, “a breve ne verrà aperto un altro a Soliera, non appena avremo reclutando il personale necessario”.
Per seguire quanto più possibile le persone positive direttamente al proprio domicilio (ad oggi sono oltre 5.300 i pazienti mentre nella prima emergenza si raggiunse il picco massimo di 2.120. Oltre a ciò vi sono oltre 2.800 persone tra contatti stretti e rientri da zone a rischio in isolamento domiciliare) è stata riattivata tutta l’attività delle 7 Usca – Unità speciali di continuità assistenziale presenti nei sette distretti
“A breve – continua il direttore generale – apriremo un altro Covid hotel a Modena che si andrà ad aggiungere al Tiby e abbiamo già incassato la disponibilità di alcune strutture private che ci concederanno una cinquantina di posti letto aggiuntivi per pazienti che non necessitano di un’alta continuità assistenziale ma che non possono ancora tornare a casa”.
Tra le note dolenti vi è certamente il ritardo sul fronte tamponi, con una dilatazione dei tempi tra la data di accettazione e quella di refertazione a causa del sovraccarico di lavoro a cui è sottoposto il Laboratorio di analisi.
“I grandi numeri registrati – ammette Brambilla – stanno creando dei grossi problemi in fase di studio epidemiologico e nel tracciamento dei contatti. Questa settimana abbiamo pertanto aumentato le unità di supporto a chi si occupa di tracciamento, indagine e sorveglianza e confidiamo di riuscire a risolvere le criticità attuali ed essere così efficaci ed efficienti in questo settore di attività molto importante”.
Infine il direttore Generale dell’Ausl di Modena lancia un appello alla cittadinanza: “vi chiediamo pazienza e comprensione e di collaborare al mantenimento delle condizioni sicurezza anche a fronte dello stress che tutti gli operatori sanitari stanno subendo in questo periodo per lavorare al meglio nell’interesse della collettività”.
Jessica Bianchi