L’amore ai tempi del web

“A fronte di una possibilità di controllo impensabile sino a qualche decennio fa, l’ansia per la sorte dei propri figli, anziché diminuire, è aumentata. Nel complesso equilibrio tra controllo e libertà, dunque, a premiare sono la mediazione e il dialogo”, spiega la psicoterapeuta Maria Chiara Sacchetti.

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“Del web e di come i giovani lo utilizzano occorre parlare con loro sin da piccoli, senza aspettare che accada un episodio spiacevole per affrontare un argomento che, a quel punto, spesso è ormai troppo tardi per impostare nella maniera corretta. Piaccia o meno, Internet è una realtà in cui tutti siamo immersi e la strategia migliore passa dalla conoscenza delle opportunità, così come dei rischi, che comporta. Ma chiedere ai nostri figli cosa fanno tutto il giorno in Rete a 13 anni è già tardi, perché sono nella fase in cui devono ritagliarsi degli spazi autonomi, separati dagli adulti. Usare la rete insieme a loro è un’attività da iniziare molto prima”. A parlare è la psicologa e psicoterapeuta Maria Chiara Sacchetti, responsabile del Centro Tice di Correggio, relatrice di un incontro sul tema delle relazioni tra adolescenti nel web, promosso a Carpi dal Centro per le famiglie, in collaborazione con il settore istruzione dell’Unione delle Terre d’Argine. Davanti a una platea composta perlopiù da genitori disorientati dal web, Sacchetti ha ricordato come, in realtà, seppur foriero di nuovi rischi potenziali, non si debba alimentare un allarmismo ingiustificato. “Su Internet gli adolescenti cercano di affrontare esattamente gli stessi passaggi di crescita di quando tale strumento non c’era, ovvero la ricerca dell’amico del cuore, seguito dal gruppo monosessuato di soli maschi o femmine, per poi passare al grande gruppo misto, alla cosiddetta ‘compagnia’ e, infine, all’amore. Ora, per esempio, si chiacchiera in chat e non più soltanto al parco, ma le necessità relazionali rimangono le medesime”. L’invito è dunque quello di parlare con i giovani, condividendo il tempo trascorso in Rete così come si discute di un programma visto alla televisione o di un libro letto. “Non dimentichiamoci che, raggiunta l’adolescenza, i ragazzi e le ragazze sentono la necessità di costruire il proprio sé, rivendicando giustamente quell’autonomia che è il prerequisito per divenire adulti. Inoltre, le statistiche indicano come non siamo mai stati tanto sicuri come oggi, e numerosi sono i nuovi strumenti, dal registro elettronico allo smartphone, passando per la geolocalizzazione, che ci consentono di tracciare in ogni momento gli spostamenti dei nostri figli. Persino troppo direi. Paradossalmente, però, a fronte di una possibilità di controllo impensabile sino a qualche decennio fa, l’ansia per la sorte dei nostri ragazzi, anziché diminuire, è aumentata esponenzialmente. Nel complesso equilibrio tra controllo e libertà, dunque, a premiare sono la mediazione e il dialogo, e non la proibizione tout court. Sul web e fuori dal web, così come è sempre stato”.