Quale futuro per la Neurologia di Carpi?

Da cinque anni il Reparto di Neurologia del Ramazzini è diretto dal facente funzione dottor Mario Santangelo e, nonostante le promesse fatte dalla politica, nulla si muove: il primariato resta vacante. Un’immobilità che preoccupa circa la “tenuta” della Neurologia carpigiana il cui destino resta in bilico. Sarebbe ora di darsi una mossa: professionisti e pazienti meritano chiarezza.

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Fiore all’occhiello del nostro ospedale, la Stroke Unit, inserita all’interno del Reparto di Neurologia, rischia grosso. Nella nostra Regione, lo si sa da tempo, è stata avviata una modalità alternativa di organizzazione dell’assistenza ospedaliera. Un’organizzazione non più articolata in Reparti o Unità operative in base alla patologia e alla disciplina medica, bensì strutturata in aree omogenee, a gestione prettamente infermieristica, che ospitano i pazienti in base alla gravità del caso clinico e del livello di complessità assistenziale. Un’assistenza, denominata per intensità di cura, che prevede tre livelli: alta (le degenze intensive e sub intensive), media (le degenze per aree funzionali: area medica, area chirurgica) e, infine, bassa intensità (per pazienti post acuti). La Stroke Unit dell’Ospedale Ramazzini di Carpi, lo abbiamo scritto più volte, potrebbe diventare col nuovo assetto organizzativo un’area di cura di media intensità per le varie discipline internistiche, perdendo, di conseguenza, ogni tipo di specializzazione neurologica. L’unità non verrebbe né smantellata né delocalizzata, bensì, verosimilmente, riconvertita.

E che tale conversione sia in atto è una triste realtà considerando il fatto che un numero sempre più alto di pazienti con ictus in fase acuta anziché afferire al nosocomio cittadino vengano trasportati a Baggiovara.

Con questo sistema l’Azienda Sanitaria intende ottimizzare spazi, denari e, soprattutto, risorse umane. Uno schiaffo all’assistenza dedicata di quei circa 280 pazienti colpiti da ictus cerebrale ischemico o emorragico, che ogni anno venivano ricoverati nella Stroke Unit di Carpi, alle loro famiglie, e a una delle patologie che costituisce la terza causa di morte, la prima di invalidità permanente e la seconda di demenza nel nostro Paese.

Un progressivo depotenziamento tanto ingiustificato quanto preoccupante soprattutto a fronte di una patologia tempo correlata come l’ictus. Se sull’interruzione del trattamento di trombolisi – terapia farmacologica somministrata durante la fase acutissima dell’ictus ischemico per sciogliere il trombo, applicabile a un numero esiguo di pazienti, circa il 5/10%, iniziata al Ramazzini nel 2010 e interrotta definitivamente col sisma del 2012 – possiamo chiudere un occhio, la Stroke è tutta un’altra storia.

“La miglior cura dell’ictus acuto – spiega il presidente onorario di Alice – Associazione Per La Lotta All’Ictus Cerebrale, Gabriele Greco – è la Stroke Unit: intesa non come spazio fisico bensì come uno stile di cura basato sulla multiprofessionalità e sulle competenze di uno staff dedicato interamente ai pazienti affetti da tale patologia. I numeri messi a disposizione dalla Regione dimostrano come vi sia una differenza di quasi 10 punti percentuali in termini di sopravvivenza dei pazienti trattati in Stroke rispetto a quelli presi in carico da altri reparti di Neurologia o Medicina per quanto efficienti. 1 paziente curato in Stroke Unit ha 10 probabilità su 100 in più di sopravvivere e con minori disabilità residue. E’ dunque più che mai fondamentale, per Carpi e il suo territorio, che la Stroke Unit dell’Ospedale Ramazzini mantenga i requisiti essenziali in termini di personale medico e infermieristico dedicato, e che la Neurologia sia dotata di un organico adeguato, a partire dal tanto atteso ruolo istituzionale di primario. Sarà nostra cura continuare a difendere le Stroke Unit a partire da quella carpigiana”.

Un altro elemento che non lascia certo ben sperare è il fatto che l’ex primario del Reparto di Neurologia dottor Gabriele Greco non sia ancora stato rimpiazzato. Da cinque anni infatti il reparto è diretto dal facente funzione dottor Mario Santangelo ma, nonostante le promesse fatte dalla politica, nulla si muove e il primariato resta vacante. Un’immobilità che preoccupa circa la “tenuta” della Neurologia carpigiana il cui destino resta in bilico. Sarebbe ora di darsi una mossa: professionisti e pazienti meritano chiarezza.

Jessica Bianchi