Salviamo gli oceani con la street art

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19,5 miliardi di euro in plastica fluttuano nei nostri oceani, è questa la scritta fiorita sul container posto dietro la Chiesa di Rovereto insieme ai disegni di numerose creature marine intrappolate nelle insidiose maglie di una delle piaghe del nostro tempo: la plastica. La street art, anche in questo caso fa rima con impegno e denuncia sociale, grazie all’intuizione dell’art director del progetto Marcello Buganza e dei due artisti Emma Gandolfi aka Zia Memmi e Stefano Tincani.
“L’idea è nata grazie all’intraprendenza dei componenti del Comitato che, anno dopo anno, organizzano la Sagra di San Luigi a Rovereto. Quando mi hanno chiesto di ripensare e rivestire con un murales il container, utilizzato come magazzino per gli eventi del Comune e dagli scout, non ho esitato un solo istante. Entusiasta all’idea di poter donare un pezzo d’arte alla frazione nella quale vivo e che porta ancora i drammatici segni del terremoto mi sono immediatamente messo al lavoro per trovare alcuni amici con cui condividere questa bellissima avventura”, sorride Marcello.
Insieme a Emma e a Stefano, prosegue Marcello, “abbiamo deciso di concentrarci su un tema che ci sta particolarmente a cuore, ovvero l’inquinamento e, in particolare, quello dei nostri mari”. Dopodiché i tre si sono dedicati alla preparazione dei bozzetti: “ci siamo confrontati su ogni dettaglio, per condividere ogni tappa di questo progetto, dalla progettazione sino all’ultima pennellata”, spiegano.
“Raccontare l’emergenza della plastica negli oceani – aggiunge Stefano Tincani di Rovereto – non solo ha stimolato la creatività di tutti noi ma si é dimostrato un fil rouge quasi naturale tra la storia della nostra terra e l’attualità. In Emilia abbiamo imparato a rimboccarci le maniche per sistemare ciò che era andato distrutto e oggi i nostri mari necessitano di essere ripuliti da queste macerie fluttuanti con la stessa cura e partecipazione. Speriamo con quest’opera di street art di ispirare molti a piccole scelte quotidiane di rispetto per il nostro pianeta”.
L’opera è potente. Impossibile non interrogarsi sul proprio stile di vita e sull’impatto che questo esercita sull’ambiente che ci circonda ammirando questo murales. L’occhio dell’osservatore spazia tra piccoli pesci che nuotano dentro a preservativi usati, uno squalo che cerca di liberarsi da una rete e una medusa che danza tra le sporte di plastica, mentre una tartaruga marina guarda esterrefatta una banconota nell’acqua, simbolo del capitalismo nonché chiaro riferimento all’iconica copertina dell’album Nevermind dei Nirvana. “In quella banconota si cela il nostro messaggio di accusa e di riflessione: è doveroso ripensare le politiche economiche in termini di sostenibilità ambientale. E questo richiede l’impegno di ciascuno di noi”, sottolineano i tre.
“Ringraziamo Martina Lugli, Don Andrea e il Comitato Sagra di Rovereto per averci commissionato il murales, per l’accoglienza e la disponibilità durante i lavori. PuroChrome di Carpi per il supporto tecnico e tutti i nostri amici, in particolare Fabio Corradi e Mattia Lugli, che hanno condiviso con noi il loro tempo, aiutandoci nella realizzazione”.
Jessica Bianchi