I Gruppi di Controllo del Vicinato non ci bastano più

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Quante volte dovrò ancora sentirmi dire: “siamo stanchi di essere derubati”?
Dopo i recenti furti di fine anno torna a montare la rabbia sul tema sicurezza soprattutto in quelle zone defilate e con tante villette residenziali, preda ideale per i ladri. Ecco allora che cresce la preoccupazione di chi si sente indifeso e a cui non basta più il Gruppo di Controllo del Vicinato.
I cittadini di Carpi in questi ultimi quattro anni si sono infatti organizzati e contro la microcriminalità hanno messo in campo un sistema di controllo del territorio basato sul vicinato: attraverso sistemi di messaggistica istantanea come Whatsapp o Telegram gli aderenti al gruppo segnalano nella chat tutto ciò che può essere d’aiuto per monitorare fenomeni come furti e atti vandalici. Fortemente sostenuti dall’Amministrazione Comunale, questi gruppi di vicinato hanno anche lo scopo di rafforzare i legami tra le persone e trasmettere un senso di appartenenza e sicurezza in particolare alle persone anziane e sole, che però non sempre sono in grado di approcciare con dimestichezza le nuove tecnologie. A Carpi sono ormai novanta i gruppi di Controllo del Vicinato.
Così come succede in tutte le chat, c’è sempre chi ne fa un uso improprio ma non è solo questo l’aspetto che oggi viene criticato. I Gruppi di Controllo del Vicinato possono essere utili se si resta a casa a vigilare sul quartiere ma nelle famiglie c’è chi va a scuola e chi al lavoro e le abitazioni rimangono perlopiù vuote: ci sono palazzine che si animano solo a tarda sera quando ogni nucleo familiare rientra nel proprio appartamento.
Come è possibile arginare in questo modo il fenomeno dei ladri che hanno tutta la giornata per studiare le nostre abitudini e il nostro quartiere? E’ un controllo capillare del territorio quello che mettono in campo le bande di professionisti e non solo: sanno quando è il momento migliore per entrare in azione, così come sanno a quale piano colpire e da dove passare per entrare e per fuggire.
Consci del loro tallone d’Achille, i modenesi del Comitato Villaggio Zeta hanno rilanciato l’utilizzo di pattuglie di vigilanza privata in stretta collaborazione con la Polizia Municipale: un sistema sinora bocciato per i costi considerati elevati. In base agli ultimi calcoli elaborati sulla città di Modena si parla di 22,7 euro a famiglia e 68,10 per le aziende all’anno. Dall’altra parte della bilancia però ci si deve mettere il denaro perso dai cittadini vittime di furti, scippi e rapine. La soluzione è tutta da verificare.
Sara Gelli

 

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