Servizio di emergenza urgenza: tra volontari e professionisti

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L’Azienda sanitaria di Modena, sul fronte della gestione dell’emergenza-urgenza, ha chiesto all’associazionismo di incrementare la propria presenza in appoggio al 118, allargando i termini della convenzione in essere: possibilità che presuppone l’assunzione di dipendenti retribuiti da affiancare ai volontari, come è già accaduto a Modena. I volontari della Croce Rossa di Carpi prestano già servizio per 113 ore alla settimana: dal lunedì al venerdì, dalle 18 alle 7 del mattino, mentre il sabato e la domenica, garantiscono la loro presenza H24. L’idea paventata dall’azienda è quella di chiedere loro una copertura di 24 ore su 24 ogni giorno della settimana. La Cgil chiede con forza che il rapporto dipendenti-volontari venga riequilibrato, anche alla luce del ruolo chiaro e definito che l’accreditamento regionale riconosce alle associazioni di volontariato. Inoltre, con il trasferimento nel maggio 2014, della Centrale Operativa Provinciale Sanitaria 118 – Modena Soccorso – alla Centrale operativa unica di Bologna (Centrale per L’Emilia che comprende Bologna, Modena e Ferrara) il supporto alle ambulanze con “equipaggio volontario” si è ridotto, pertanto, riequilibrare il rapporto professionisti – volontari significa anche diminuire il rischio di errori nell’invio del mezzo più adeguato.
A Carpi ci sono due ambulanze dell’Ausl: una in servizio H24 e una H12. Di tutte le chiamate arrivate al 118, circa il 30%, ovvero i casi più gravi, viene gestito dai mezzi dell’azienda sanitaria, del resto si fa carico il mondo del volontariato la cui preparazione  non è certo paragonabile a quella dei professionisti e, di conseguenza, il loro campo di azione è estremamente limitato.
Malgrado il parco delle ambulanze a disposizione degli operatori del 118 sia alquanto obsoleto, questi mezzi di soccorso sono molto diversi da quelli dell’associazionismo. Di certo, un’ambulanza dotata di elettrocardiografo, farmaci salvavita, tecnico e infermiere, in caso di infarto del miocardio, rischio neurologico o grave trauma, per un paziente può decisamente fare la differenza. Oggi un cittadino che chiama il 118 si confronta con un operatore che raccoglie telefonate provenienti da Bologna, Modena e Ferrara. Un’enormità. Il primo triage, con la conseguente assegnazione del codice di priorità dell’intervento, si fa al telefono, ma nel mare magnum della centrale del Maggiore, dove sono state di fatto unite tre centrali, la risposta all’utenza resta adeguata? Sbagliare un triage e attribuire un codice errato, può fare la differenza tra la vita e la morte.
Jessica Bianchi