Il gusto di Carpi a Novellara con Macondo

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Sotto la galleria Santo Stefano, nel cuore di Novellara, ha inaugurato domenica 14 febbraio un ristorante versatile che porta la firma di quattro carpigiani e un novellarese. Si chiama Macondo in onore della cittadina immaginaria narrata da Gabriel Garcia Marquez nel suo capolavoro letterario Cent’anni di solitudine. Un villaggio fantastico e meraviglioso dentro al quale si intrecciano infinite storie.                                
“Abbiamo scelto un nome   – ha spiegato Massimo Bellei, uno dei soci fondatori, nonché cuoco del ristorante – che rappresentasse al meglio ciò che siamo: amici prima che imprenditori, che mettono al primo posto le idee rispetto agli standard.
Non volevamo stringere il locale dentro i canoni di un’etichetta, non volevamo che fosse solo un ristorante, oppure un caffè o un cocktail bar, ma desideravamo fosse un luogo di ritrovo in cui condividere piacevoli momenti a tavola o al bancone del bar, tutti i giorni della settimana tranne il lunedì, dalle 10 del mattino fino mezzanotte e oltre, magari con un bel sottofondo musicale.
Nonostante avessimo scelto di non pubblicizzare l’apertura, l’inaugurazione ha registrato un successo di folla che si sta rinnovando anche in questi giorni”.
Per Bellei, ex agente di commercio, si tratta di un’esperienza del tutto nuova: “provengo da un passato professionale completamente diverso, ma sin da ragazzino coltivo la passione per la cucina, fino a quando, due mesi fa, ho deciso di concretizzare il mio sogno. Ho seguito dei corsi di cucina e fatto uno stage nel ristorante di un’amica. E adesso, eccomi a capo di una brigata in cucina.
Per il momento preferisco definirmi più familiarmente cuoco anziché chef”.
Ed è proprio un clima familiare e accogliente quello che si respira dentro a Macondo: un ambiente di 250 metri quadri che si sviluppa prevalentemente in lunghezza dentro una galleria, dando così l’impressione di essere seduti nel vagone di un treno.
“Questo locale ci ha immediatamente colpito per la sua particolarità e la sua posizione – prosegue Bellei – e abbiamo deciso di investirci nonostante il periodo di crisi.  La nostra formula si basa sui piatti della tradizione rivisitati però in chiave contemporanea, con un occhio di riguardo per i clienti vegetariani, mentre la domenica a pranzo si celebra la cucina emiliana con cappelletti in brodo e carrello dei bolliti accompagnati dalle tipiche salse.  Non abbiamo un target di riferimento.  Famiglie, coppie, gruppi di amici e colleghi: qui tutti possono trovare un luogo tranquillo in cui mangiare e bere bene al giusto prezzo, in un contesto storico davvero suggestivo”.
Chiara Sorrentino

 

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