Quando il bebè è vegetariano

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Il vegetarianismo in Italia rappresenta un fenomeno in continua crescita: il nostro Paese infatti è al primo posto in Europa per numero di vegetariani, con più di 6 milioni di persone divise in differenti tipologie in base al loro stile alimentare. Chi sposa questa filosofia a tavola, tendenzialmente, cresce i propri figli allo stesso modo. Ma una dieta priva di carne nei primi anni di vita può causare danni ai bambini? E’ antica la polemica che contrappone la posizione predominante fra i pediatri a quella dei vegetariani, convinti invece che un regime alimentare privo di proteine animali sia adatto anche ai più piccini. Il tema divide ma se negli adulti questa è una scelta ragionata e consapevole, cosa succede invece quando si decide di svezzare un bebè in modo vegetariano? Quali sono i rischi? Lo abbiamo chiesto alla “pediatra veg” carpigiana, dottoressa Anna Melonascina.
Come pediatra consiglierebbe ai genitori un regime dietetico vegetariano per i loro figli?
“Sì un regime dietetico di questo genere, oltre alla salvaguardia della natura, può migliorare il nostro stato di salute e quello dei nostri figli, a patto, però, che tale tipo di alimentazione sia fatto  con competenza e criterio. La  scelta vegetariana – o vegana – deve mirare sempre a un’alimentazione sana e naturale che preveda il consumo di cibi integrali, non industrialmente raffinati, e limitando l’utilizzo di zuccheri, sale e grassi”.
E uno vegano?  
“Sì,  lo considero un passo in più nell’alimentazione sana ed è possibile anche nei bambini. Al di là del totale rispetto degli animali e dell’ambiente, l’alimentazione vegana è la base della prevenzione delle malattie che affliggono i paesi occidentali. I grassi saturi e le proteine animali sono la causa di molte patologie, soprattutto quelle oncologiche. Il bambino vegetariano o vegano ha meno disturbi intestinali e si ammala meno perché ha difese immunitarie superiori a quello onnivoro, questo grazie alla composizione ottimale della flora intestinale che svolge funzioni di filtro sulla parete intestinale e stimola quest’ultima alla produzione di anticorpi”.
In cosa consiste uno svezzamento di tipo vegetariano? 
“E’ uno svezzamento in cui la carne viene totalmente eliminata e sostituita da legumi, tofu, frutta secca e semi oleaginosi, aggiunti ovviamente ai cereali integrali, alla frutta e alla verdura. E’ importante pianificare una dieta vegetariana rivolgendosi sempre a un pediatra esperto in nutrizione vegetariana-vegana, in modo da soddisfare tutte le esigenze del bambino nelle sue varie fasi di crescita”.
Una pappa vegetale ottimale come deve essere preparata? 
“Prima di tutto é necessario rispettare ogni fase dello sviluppo seguendo regole ben precise e adatte alle necessità intestinali e nutrizionali del lattante in ogni determinato periodo. Dovendo però sintetizzare direi che la pappa vegana o vegetariana deve avere una base di brodo vegetale nella quale si devono aggiungere le creme di cereali, inizialmente senza glutine (come riso, mais o tapioca) e, successivamente, quelle con glutine (avena, frumento, farro…), arricchite con un cucchiaino di olio extravergine di oliva spremuto a freddo e mezzo cucchiaino di olio di semi di lino spremuto, trasportato e conservato in frigorifero, lenticchie rosse decorticate cotte oppure tofu e si possono eventualmente aggiungere, in crema o polvere, un cucchiaino di frutta secca, come mandorle e nocciole oppure semi di sesamo e, infine, qualche goccia di limone. I legumi o la soia devono essere presenti nei due pasti principali, anche se in minima quantità. L’apporto di proteine vegetali deve essere superiore a quelle di derivazione animale, non perchè le proteine siano meno nobili ma solo perché la presenza di fibra le fa assorbire in minor quantità”.
Molti pediatri sconsigliano un regime alimentare vegano o vegetariano poiché potrebbe compromettere lo sviluppo psico fisico del bambino. E’ davvero così?
“No. Le diete latto-ovo-vegetariane e vegane ben pianificate soddisfano pienamente i fabbisogni nutrizionali dei neonati, dei bambini e degli adolescenti, lo sostengono anche numerose organizzazioni internazionali di nutrizione. Lo sviluppo fisico e psichico non subisce nessuna compromissione. In fondo Carl Lewis e Margherita Hack non mi sembra abbiano avuto problemi in tal senso…”.
Sulle carenze di vitamina B-12 come si esprime? 
E’ molto improbabile che un lattante possa manifestare una carenza di B12 dal momento che la sua dieta principale è l’assunzione di latte materno o formulato. Nelle età successive, in special modo con una dieta di tipo vegano, si deve invece pensare a un’integrazione. A questo proposito occorre sottolineare come anche gli onnivori assumano spesso integrazioni vitaminiche poiché gli alimenti animali da allevamenti intensivi, sono spesso carenti di vitamina B12: gli antibiotici, somministrati attraverso i mangimi infatti, distruggono i batteri che sintetizzano la vitamina B12 nell’intestino dell’animale”.
Un bambino vegano è tendenzialmente più sano di un bambino onnivoro?
“Direi proprio di sì a patto che, come dicevo, vengano rispettati i criteri di completezza”.
Senza diventare estremisti quanto è importante cambiare e variare lo stile alimentare dei bambini (e non solo)?
“Molto! Ogni giorno assistiamo all’aumento di patologie legate all’alimentazione: in particolare nei bambini l’obesità è dilagante e con essa tutte le conseguenze che ben conosciamo, dalla sindrome metabolica ai tumori, alle malattie cardiovascolari. Senza parlare poi dei danni ambientali. Comunque, al di là dell’aspetto etico, è risaputo come la netta riduzione di proteine e grassi di origine animale sia direttamente proporzionale alla riduzione di molte patologie della società occidentale.  Lo stesso Codice Europeo contro il cancro mette in evidenza come il consumo di carne, in particolare quella rossa e conservata, possa essere associato allo sviluppo di tumori e non solo. Senza necessariamente diventare integralisti è fondamentale insegnare ai nostri figli, soprattutto con l’esempio, uno stile alimentare sano, dando la preferenza ai cibi vegetali e integrali e limitando il consumo di carni,  sale, grassi e zuccheri raffinati o alimenti coltivati con l’utilizzo di pesticidi. Vorrei concludere con un invito: informiamoci, cercando di amare noi stessi, gli animali e la natura che ci circonda.
Ricordiamo le bellissime parole di Gandhi: La grandezza di una nazione e il suo progresso morale possono essere giudicati dal modo in cui vengono trattati gli animali”.
Jessica Bianchi