Difficile pagare le utenze? Tanto ci pensa il resto del condominio

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Com’è noto, tra le conseguenze spiacevoli che la crisi si è portata dietro, vi è la difficoltà, per tante famiglie, non soltanto di arrivare a fine mese, ma anche di pagare le varie bollette di acqua, illuminazione e riscaldamento. Però, come purtroppo spesso accade, nella difficoltà generale c’è chi, ligio, rischia, oltre a dover far fronte alle proprie spese, di doversi sobbarcare pure le mancanze altrui. E’ il caso delle undici famiglie di un condominio carpigiano che – anche se hanno preferito restare anonime – per anni hanno dovuto sobbarcarsi, a momenti alterni, i costi del dodicesimo nucleo familiare, per il quale il pagamento delle utenze non era certo tra le priorità. “Sono morosi da circa 10 anni – spiega una vicina di casa – a volte pagavano, ma spesso no, e ovviamente, essendo il riscaldamento centralizzato, le spese venivano ripartite tra gli altri condomini. A un certo punto ci siamo stancati e abbiamo deciso di adire le vie legali, per poter ottenere ciò che ci spettava. Il Tribunale ci ha dato ragione e così c’è stato un decreto ingiuntivo di pagamento, che gli inquilini hanno concordato di estinguere attraverso rate mensili”. Cinque anni di schermaglie legali sono tanti, certo, però alla fine sembra essersi sistemato tutto, anche perché, con una sentenza del Tribunale, pare che gli inquilini ‘portoghesi’ si siano messi in regola, pagando quando dovuto. Non fosse che, in questa infinita vicenda, ci si è messo di mezzo anche il terremoto: “in seguito al sisma l’attività del Tribunale ha subito un arresto momentaneo, nel corso del quale queste persone hanno colto la palla al balzo per smettere di pagare. Una volta tornato a regime, il Tribunale ha deciso di conseguenza di mettere all’asta l’appartamento. La prima è però andata deserta e la seconda si terrà tra circa 6 mesi. Nel frattempo, loro sono ancora all’interno dell’appartamento e dal maggio 2012 non stanno più pagando nulla, il che significa che siamo noi ad accollarci tutte le loro spese da oltre due anni e questo lo trovo davvero ingiusto. Nell’ultima assemblea condominiale si sono appellati al discorso umanitario, ma il punto è che nel palazzo c’è una famiglia di sei persone originarie del Marocco, cinque delle quali hanno perso il lavoro a causa della crisi, eppure continuano a pagare. Questo per dire che le difficoltà ci sono per tutti ma che, nelle difficoltà, qualcuno si sente in diritto di addossare agli altri le proprie responsabilità, con totale menefreghismo, mentre altri accettano di compiere  tante rinunce pur di essere onesti e pagare fino all’ultimo centesimo”. Al danno, come si sa, si accompagna spesso la beffa, ed è così che ora, per le famiglie che nel palazzo hanno sempre pagato le utenze, è in arrivo un’ulteriore spesa per creare un impianto autonomo in ogni appartamento. “Abbiamo optato per questa soluzione radicale – spiega una residente – per evitare, in futuro, il ripetersi di episodi di questo tipo. Ciò significa però un’ulteriore spesa di sei, settemila euro. Sebbene i soldi dell’asta dell’appartamento dovrebbero andare in parte a nostro risarcimento e in parte a pagamento dei debiti accumulati da quella famiglia, i tempi si preannunciano lunghi e il percorso per nulla certo. Per questo siamo arrabbiati e io mi sento poco tutelata. Non dico che queste persone debbano finire in mezzo a una strada, ma se scelgono di non pagare, o non possono farlo, perché dobbiamo essere noi a rimetterci?”.
Marcello Marchesini
 

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