“Il segreto è credere in se stessi”

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Vent’anni e tanta ambizione. Il carpigiano Paolo Mazzacani è appena tornato dall’Australia, dopo un intenso anno di lavoro e una straordinaria esperienza di vita. Diplomato in Informatica all’Itis Leonardo Da Vinci, Paolo è entusiasta della formazione tecnica ricevuta, poiché “apre infinite possibilità e spalanca numerose porte rispetto a un’istruzione liceale”. Concreto e coi piedi ben piantati a terra, questo giovane ventenne ha le idee chiare e un motto: non smettere mai di credere in se stessi per ottenere risultati sempre più ambiziosi.
Paolo, perchè hai deciso di metterti alla prova trasferendoti in  Australia?
“Sono partito il 30 novembre dello scorso anno, perchè non riuscivo a intravedere alcun futuro per me in Italia. Sono molto ambizioso, rincorro sempre l’eccellenza e non mi accontento mai! Il nostro Paese mi stava stretto, volevo qualcosa in più! Ambivo a vivere un’esperienza diversa, stimolante. Ero assolutamente convinto di potercela fare tanto che, prima di partire, dissi ai miei genitori che avrei trovato lavoro in Australia immediatamente (e, in effetti impiegai soltanto 10 giorni per farcela). Sydney è una città meravigliosa: giovane e piena di opportunità. E’ come vivere a New York ma col mare della Sardegna: straordinaria”.
Come definiresti la tua esperienza di lavoro a Sydney?
“La mia prima esperienza lavorativa è iniziata il 12 dicembre esattamente 10 giorni dopo il mio arrivo, grazie a un’agenzia web chiamata Matter Design per la quale lavoro ancora con contratto a tempo indeterminato. La prima settimana mi sembrava surreale: mi trovavo dentro a un ufficio vetrato di una bellezza incredibile e a pochi passi avevo a disposizione un tavolo da ping pong, un  bigliardino e video games… Un’area ludica che utlizziamo durante le ore lavorative o  la pausa pranzo per staccare un po’ la spina… strano? Io lo definirei intelligente. Rimanendo per ore davanti al computer a pensare e ragionare infatti, è fondamentale concedersi momenti di distrazione: se in Italia quando tornavo a casa dal lavoro avevo bisogno di andare a dormire, ora esco con gli amici. Ho visto la mia produttività lavorativa aumentare da 10 a 100 solo cambiando questo dettaglio. Staccare la spina è fondamentale! Il mio Team era composto prevalentemente da australiani e l’unico straniero ero io. Mi sono dedicato  sin da subito a progetti molto rilevanti, tra cui un sito web che mira a essere il primo rivale di Alibaba (sito cinese sbarcato a Wall Street poco tempo fa). Dopo la prima settimana di prova sono stato immediatamente pagato in quanto lo stipendio in Australia è settimanale e non mensile (e questo ti cambia letteralmente la vita) e invitato al party di Natale dell’azienda su uno yacht a due piani. Immaginate un diciannovenne diplomato sei mesi prima su uno yacht davanti all’opera house… non riuscivo a crederci nemmeno io. La mia esperienza australiana è andata ben oltre ogni mia aspettativa, oltre il sogno! Mi sentivo finalmente sulla giusta strada. Successivamente il mio datore di lavoro ha deciso di investire tempo e denaro su di me iscrivendomi a corsi di aggiornamento, seminari e quant’altro fosse disponibile a Sydney perchè il suo obiettivo era rendermi parte integrante del suo Team (siamo una decina di cui 3 designer, 4 programmatori e 2 project manager)”.
Qual era il tuo guadagno?
“Il  primo contratto a tempo indeterminato che firmai era di 52.000$ l’anno ovvero 822$ a settimana pagati ogni venerdí mattina, puntualissimi sul mio conto corrente. La vita a Sydney è cara ma con quello stipendio riesci a mettere qualcosa da parte pur facendo fronte autonomamente a tutte le spese, dall’affitto alle bollette, dal telefono ai trasporti. Essere indipendente, conducendo una vita agiata, è davvero fonte di grande soddisfazione”.
Cosa provi ora nell’essere a Carpi?
“Sono in vacanza o, per meglio dire, sono tornato perchè il mio visto scadeva e a Sydney non avevo tempo per seguire tutte le pratiche necessarie per lo sponsor (ovvero il visto ottenibile solo se trovi un’azienda pronta a pagare una somma al governo australiano dichiarando che sei indispensabile per lei). Qui sto già male: la vita vera è quella che ho vissuto in Australia, non questa! A Carpi si vive di pregiudizi, di apparenza, là nessuno ti giudica e l’umiltà alberga in ciascuno”.
Cosa hai apprezzato maggiormente dell’Australia?
“Non esiste l’esibizione ostentata della ricchezza. E questo è stato uno dei più grandi insegnamenti che l’Australia mi ha dato insieme al senso di libertà! La libertà di andare al pub da solo e tornare con  12 nuovi amici come se nulla fosse…”.
Consiglieresti ai tuoi coetanei un’esperienza simile?
“Certamente poiché è un modo per crescere e diventare uomini e donne maturi. Si apre la propria mente e ci si trova a percorrere una strada finalmente illuminata e piena di speranza. Se io non avessi la possibilità di tornare in Australia so che potrò andare ovunque nel mondo perché ce l’ho già fatta una volta e dunque so di potercela fare ancora. Se non c’è futuro a Carpi, allora è necessario guardare altrove: in Italia, in Europa o ancor più lontano. Ovunque. Molti miei coetanei sono come spenti, vinti da un sistema che non funziona e pensano di esserne prigionieri. Io sono convinto che chi crede nei propri sogni possa realizzarli. Credere in se stessi è la chiave del successo. Se io non avessi creduto in me stesso non avrei ottenuto né il lavoro né l’aumento a novembre di 20.000$. Mi sono messo in gioco, ci ho creduto e ho ottenuto ciò che desideravo. Come si dice in inglese No pain no gain”.
Dove vedi il tuo futuro?
“Per ora il mio futuro è all’estero ma, prima o poi, voglio tornare nella mia terra perchè io amo l’Italia ma, purtroppo, questo non è tempo per noi”.
Cosa vorresti fare da grande?
“Vorrei diventare un imprenditore: mollare il mio lavoro di sviluppatore web e coltivare un’idea sulla quale basare un’intera azienda. Un progetto ambizioso ma fattibile, perchè ci credo. Mi manca ancora l’idea giusta ma arriverà”.
Jessica Bianchi