La solidarietà per passione

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In Occidente l’infanzia ha chi difende i suoi diritti ma, in tante altre parti del mondo, ciò non è affatto scontato e, purtroppo, in molti casi non avviene. Soprattutto nei Paesi poveri, dove istruzione, diritto al gioco e accudimento rischiano di essere considerati alla stregua di lussi che non ci si può permettere. Ancora peggiore è la situazione di chi, nascendo in una famiglia povera in un Paese del Terzo o Quarto Mondo, deve fare i conti con la disabilità. Tra i tanti che nel nostro territorio non intendono arrendersi a quella che rischia di diventare un’abitudine all’orrore, a considerare normale un mondo a due o più velocità (e felicità), nel quale il luogo di nascita rischia di determinare in maniera univoca il destino di una vita, tre giovani carpigiani, Giulia Setti, Giulia Bassoli e Andrea Benzi (in foto)  hanno deciso che il fatalismo non fa per loro: per questo si sono impegnati a organizzare una cena di beneficenza in favore della Casa degli Angeli, che si svolgerà sabato 25 ottobre alle 20.30 presso il Ristorante Papirò (per informazioni e prenotazioni chiamare lo 059.8570147), al civico 1840 della Strada nazionale per Carpi. Situata a Nonthaburi, cittadina a 30 chilometri da Bangkok, capitale della Thailandia, la Casa degli Angeli è molto più di un semplice edificio. Un’isola felice, una luce nella tempesta. Da quando è sorta, nel febbraio 2008, i bambini disabili e le loro madri vi trovano assistenza. Gestito dalle Suore Missionarie Saveriane coordinate da Suor Maria Angela Bertelli, è un dono della Caritas di Venezia alla Diocesi di Bangkok e si avvale del contributo di alcuni sostenitori tra cui Nadia Onlus. Attualmente il Centro ospita 13 bambini con varie disabilità, di cui quasi la metà abbandonati, mentre le altre madri prestano servizio presso la Casa. Da qui la distinzione tra ospiti stabili e chi invece trascorre il proprio tempo nella Casa soltanto durante il giorno. I giovani ospiti ricevono il servizio di fisioterapia e assistenza infermieristica, ai quali si affiancano spesso sessioni di sviluppo intellettivo con due docenti e l’inserimento nelle attività di gruppo per sviluppare il più possibile le loro potenzialità. I volontari della Casa provvedono inoltre per tutti gli strumenti indispensabili alla loro crescita e collaborano con gli altri istituti e ospedali, pubblici e privati, in grado di offrire i servizi necessari. Le mamme ricevono un training per imparare a conservare l’ambiente in condizioni di pulizia accettabili, preparare il cibo adatto alle esigenze dei piccoli (alcuni si nutrono col sondino), aiutarli nella fisioterapia e stimolarne lo sviluppo cognitivo, a prendere decisioni di ordinaria amministrazione riguardo i turni di lavoro e le spese per il menù quotidiano. Imparano inoltre a risparmiare qualcosa dal loro salario giornaliero per amministrare in modo costruttivo l’economia della loro casa.  “In un contesto in cui si sommano drammaticamente malattia e povertà, anche un piccolo progresso possiede un che di miracoloso”, spiega Giulia Setti. Con alle spalle dieci anni di esperienza nel campo della moda in qualità di stilista e modellista, e attualmente educatrice sociale (operante con ragazzi disabili presso la Cooperativa sociale Nazareno), Giulia sembra smentire la vulgata che dipinge i giovani come una massa di ‘bamboccioni’ viziati e passivi: “la mia tesi di laurea, discussa lo scorso giugno, era proprio sul progetto educativo della Casa degli Angeli. Ho trascorso con loro due mesi, affinché potessi vivere in prima persona la missione e raccogliere dati per poter redigere la tesi di laurea in Scienze dell’educazione. Considerati i miei trascorsi professionali, mi sono recata là con l’intento di insegnare alle mamme a cucire. Abbiamo realizzato insieme i costumi dello spettacolo di Natale e altri manufatti”. A dicembre 2013 è rientrata in Italia ma, ci tiene a specificare: “perché ‘dovevo’. Quest’anno infatti ritornerò a Nonthaburi utilizzando le mie ferie annuali, perché una parte del mio cuore l’ho lasciata tra i sorrisi di quegli angioletti thailandesi”. Anche Giulia Bassoli è stata conquistata dalla passione per la solidarietà: “ho 23 anni e studio Italianistica all’Università di Bologna. Sono stata in Thailandia alla Casa degli angeli un anno e mezzo fa, dopo la laurea triennale, e l’esperienza è stata talmente ricca che non poteva restare unica, e ho quindi deciso di tornare, per la troppa nostalgia delle persone che ho conosciuto là, a partire dai più piccoli”. Insomma, una volta che si inizia a vivere pensando a chi è meno fortunato, è molto difficile smettere.
Marcello Marchesini
 

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