Famiglia tunisina in tenda

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B. è venuto in Italia dalla Tunisia a caccia di un sogno, per costruirsi una nuova vita. Un progetto. A Carpi da ormai 26 anni, le cose sono precipitate con l’inizio della crisi economica. “Ho sempre lavorato come imbianchino – ci racconta – e non ho mai chiesto aiuto a nessuno. Facevo l’artigiano. Ora però non ce la faccio più. Non posso andare avanti così”. B. è disoccupato da quattro anni e la sua famiglia ha dovuto rimboccarsi le maniche: “mia moglie ha da poco trovato lavoro in un’impresa di pulizie, guadagna poco più di 400 euro al mese. A me hanno finalmente proposto un contratto di sei mesi: tutti i soldi che guadagno se ne vanno per far fronte ai debiti, l’unica rendita della famiglia viene da mia moglie. Abbiamo tre figli e non sappiamo più dove sbattere la testa”. “Non ce la facevamo a pagare l’affitto e le rate del condominio. 720 euro ogni mese erano diventatati insostenibili per noi. Siamo morti per far fronte alle spese ma alla fine ci hanno sfrattati. Sono davvero tanto stanca”, racconta la donna. Rimasti senza un tetto sopra la testa hanno chiesto aiuto ai Servizi Sociali i quali li hanno sistemati  alcune notti in albergo a Correggio e a Cavezzo poi, prosegue B.  “ci hanno detto di trovare un alloggio in affitto sul mercato privato, dal momento che per noi, case popolari o altre soluzioni, non ce n’erano”. Lunedì 16 giugno la famiglia ha dormito in una tenda montata in un parchetto in via Bollitora ma i Vigili Urbani hanno intimato loro di “sbaraccare” onde evitare di incorrere in una sanzione. “Io mi vergogno, non vorrei chiedere aiuto ma in questo momento non siamo in grado di far fronte a un affitto pieno, non guadagniamo abbastanza”. I Servizi Sociali hanno proposto alla coppia di mandare i tre figli, tutti minorenni, in Tunisia, “ma non è una soluzione praticabile – spiega la madre – poiché non saprei a chi lasciarli, dal momento che la mia mamma non sta bene. Inoltre sono tutti nati e cresciuti a Carpi ed è qui che vorrei restassero. Insieme a noi e ai loro amici”.
A chiunque può capitare di essere trascinato nel vortice della crisi e, senza una rete parentale in grado di limitare i danni, la perdita del lavoro può trasformarsi in un vero e proprio incubo. A ciò si possono sommare anche errori di valutazione ma una cosa è certa: tre minorenni non possono restare in balia degli eventi senza che nessuno muova un dito.
Jessica Bianchi
 

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